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I dati sul mercato del lavoro USA (NFPR), fanno chiudere in ..

Pubblicato 05.09.2015, 14:13
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Quadro macro economico

Ultima seduta dell’ottava in profondo rosso per tutte le principali borse europee. Dopo i rialzi della vigilia, con gli investitori positivamente elettrizzati dalle parole di Mario Draghi circa la possibilità di allungare i tempi del QE promosso da marzo dalla Bce, oggi a favorire le vendite sono stati i dati macroeconomici giunti nel primo pomeriggio dagli Stati Uniti. I dati sul mercato del lavoro e sul tasso di disoccupazione, con quest’ultima lettura attestatasi ai minimi dall’aprile 2008, hanno infatti intimorito gli investitori internazionali circa l’evenienza che la Federal Reserve decida di iniziare a rialzare il costo del denaro già dalla prossima riunione del 16 settembre. In questo contesto, il Dax tedesco ha lasciato sul terreno il 2,48%. Il CAC40 ha perso il 2,81% e il FTSE 100 il 2,23%.

Anche Piazza Affari chiude la settimana in profondo rosso. L'indice Ftse Mib ha archiviato la seduta nei pressi dei minimi di giornata a 21.472 punti, in flessione del 3,18%. Sul parterre milanese spiccano i cali dei titoli bancari con Unicredit (MILAN:CRDI) in flessione di quasi il 5%. Il titolo del gruppo guidato da Federico Ghizzoni paga il taglio di rating deciso da JP Morgan con raccomandazione passata da overweight a neutral con target price sceso a 6,20 euro dai precedenti 7,30 euro. Vendite diffuse anche su Intesa Sanpaolo (MILAN:ISP) (-4,67%) e Banco Popolare (-3,9%). Seduta difficile anche per Eni (-2,36%) nonostante oggi gli analisti di Mediobanca Securities abbiano alzato il rating a outperform dal precedente neutral e prezzo obiettivo a 17,5 euro. Nel comparto oil ha sofferto Saipem (-3,87%) che in avvio di giornata aveva trovato sostegno nel nuovo contratto di Ingegneria e Costruzione dalla società di Stato cilena Corporación Nacional del Cobre de Chile (Codelco), per lo sviluppo di una condotta ad acqua e di tutte le strutture ad essa associate, incluse le stazioni di pompaggio. Il progetto è del valore di circa 560 milioni di dollari.

L’ultima seduta della settimana inizia con il dato sugli ordinativi del settore industriale tedesco, calati nel mese di luglio dell’1,4%. Gli economisti avevano atteso un calo dello 0,5%. Il dato di giugno è stato rivisto al ribasso, da +2% a +1,8%. Gli ordinativi esteri sono calati a luglio del 5,2%. Gli ordinativi da parte dei soli Paesi che fanno parte dell'Eurozona sono tuttavia cresciuti del 2,2%. Gli ordinativi interni sono aumentati del 4,1%. Ma l’evento che ha catalizzato l’attenzione di tutti gli esperti del settore sono stati i Nonfarm Payrolls americani, notizia che è stata monitorata con ancora più attenzione del solito, perché saranno gli ultimi dati importanti, oltre al rapporto IPC del 16 settembre, prima della tanto attesa riunione del FOMC di settembre dove si dovrebbe procedere all’innalzamento dei tassi d’interesse a stelle e strisce. Ovviamente, il Comitato esecutivo prima di procedere all’aumento dei tassi di interesse, vuole vedere pressioni inflazionistiche più elevate concentrandosi soprattutto su occupazione e crescita delle retribuzioni. In sintesi, il Dipartimento del Lavoro americano, ha comunicato che gli occupati del settore non agricolo sono aumentati ad agosto di 173.000 unità. Gli economisti avevano atteso un aumento di 217.000 unità. I dati di luglio e giugno sono stati rivisti al rialzo, rispettivamente da +215.000 a +245.000 e da +231.000 a +245.000 posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione (Unemployment Rate) è sceso ad agosto, rispetto a luglio, dal 5,3% al 5,1%. Si tratta del più basso livello dall'aprile del 2008. Gli esperti avevano atteso un calo al 5,2%. Il salario orario medio è aumentato lo scorso mese dello 0,3%, dal +0,2% di luglio. Gli economisti avevano previsto un aumento dello 0,2%. Tirando le somme, i dati del mondo del lavoro statunitense ha dato segnali contrastanti, visto che seppure in rialzo sono stati inferiori alle aspettative degli analisti. Ora, la domanda che tutti si pongono è: “Come si comporterà la Fed, nella prossima riunione prevista a metà settembre? ….. provvederà ad innalzare i tassi di interesse o rimanderà il tutto a data da destinarsi? Al momento, la situazione resta ancora incerta, soprattutto in capo ad una parte degli esperti del settore dove molto probabilmente, a causa del dato sull’occupazione americana non proprio brillante, verrà posticipato verso la fine del 2015 il rialzo dei tassi. Viceversa, invece è l’opinione dell’altra parte di esperti, dove seppure i NFPR sono stati contrastanti, vedono nel loro complesso un segnale positivo, cioè è vero che la creazione di nuovi posti di lavoro sono stati inferiori a quanto ci si attendeva, ma è anche vero la media mensile è rimasta sostanzialmente invariata a 212.000 unità. Non solo, occorre considerare altri fattori a sostegno di una lettura più positiva del dato: innanzi tutto il lieve recupero della crescita annuale dei salari medi orari; il riposizionamento del tasso di disoccupazione al 5,1%, minimo da aprile 2008; e infine, il dipartimento del lavoro ha ricordato che i dati di agosto tendono a essere rivisti al rialzo in sede di seconda lettura. In pratica, questo gruppo di esperti, in base alle loro analisi, mantengono ancora in vita la possibilità di un rialzo del tasso di riferimento da parte della Fed il prossimo 17 settembre.

Quadro tecnico mercato valutario

Eur/Usd

La settimana si conclude con due colpi di coda: meeting della BCE di giovedì scorso e NFPR nell’ultima seduta; notizie che hanno fatto aumentare vertiginosamente la volatilità soprattutto nei confronti della major euro contro green back. Ma andiamo per gradi in modo da capire perfettamente la dinamica dei fatti, partendo da quello che è successo giovedì scorso dove a smuovere le acque non è stato tanto il meeting della Bce che ha mantenuto inalterato il tasso sulle operazioni di finanziamento allo 0,50% come da attese, ma la consueta conferenza stampa post BCE, tenuta dal presidente Mario Draghi; sulle proposte del chairman nel non escludere un ulteriore allentamento quantitativo, la coppia euro contro dollaro statunitense ha subito un forte tracollo cedendo 150 punti scendendo da 1,1236 a 1,1088, per poi stabilizzarsi durante tutto il resto della seduta a 1,1130. Mentre nell’ultima seduta della settimana, le negoziazioni mattutine, antecedenti la notizia delle NFPR, si sono mantenute all’interno di un range tra 1,1115 e 1,1150, poi in concomitanza della pubblicazione della notizia abbiamo assistito ad un forte esplosione della volatilità, che ha portato la coppia a balzo incontrollati prima al ribasso fino a toccare il minimo di giornata a 1,1089 e poi al rialzo fino a 1,1184 per poi chiudere la settimana a 1,1150. Tutti questi movimenti hanno dato vita ad una classica candela di indecisione “spinning top” con corpo centrale e spike della stessa dimensione. Inoltre, dall’analisi grafica notiamo che la candela non è risuscita a chiudere al di sotto il supporto a 1,1115, ciò implica che molto probabilmente, soprattutto nel brevissimo termine, la prossima settimana potremmo assistere ad una ulteriore giornata di storno rialzista. Spostando l’attenzione sul grafico settimanale, notiamo che la settimana si è conclusa a favore dei venditori che hanno spinto le quotazioni da un massimo a 1,1331 fino ad un minimo a 1,1086, continuando il movimento ribassista iniziato già la scorsa settimana, seppure con una forza più contenuta rispetto alla precedente. Per la prossima settimana se la coppia riuscirà a confermare la rottura al di sotto il supporto a 1,1115, le vendite potrebbero continuare con la possibilità di vedere le quotazioni in area del prossimo supporto settimanale (livello blu) in area 1,0982; mentre nel caso in cui i venditori non riescono a superare il livello giornaliero a 1,1115 (livello rosso) potremmo assistere ad una fase di mini congestione, prima di un ulteriore balzo verso il basso.

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Usd/Jpy

La Borsa di Tokyo ha chiuso l’ottava in deciso ribasso. Il Nikkei ha perso il 2,2% a 17.792,16 punti e il Topix il 2,1% a 1.444,53 punti. Prima del rapporto sull'occupazione negli USA, che potrebbe essere decisivo per le prossime mosse della Fed, gli investitori hanno ridotto la loro esposizione al rischio. Il settore finanziario è stato particolarmente debole. Tra i bancari Mitsubishi UFJ Financial ha perso il 3,1% e Sumitomo Mitsui Financial Group il 3,5%. Tra gli assicurativi MS&AD Insurance ha perso il 3,1% e Sompo Japan Nipponkoa il 3%. L'apprezzamento dello yen ha penalizzato gli esportatori. Toyota ha perso il 2,5%, Panasonic il 4% e Sony il 2%. Shizuoka Bank ha guadagnato il 3,2%. Barclays (LONDON:BARC) ha alzato il suo rating sul titolo della banca regionale. Sul valutario il forte movimento ribassista dell’ultima seduta della settimana ha spinto la major fino al supporto a 118,67, dove in prossimità dello stesso era posizionato il target dell’ultima operazione di vendita ancora a mercato con una guadagno di 225 punti, i quali sommati agli altri due guadagni di 75 punti del primo target e 150 punti del secondo target hanno fruttato in totale un gain di 450 punti. Di seguito i set up di ingresso a mercato dell’operazione. Sell Stop. Entry point 120,87; Stop Loss 121,62; Tp1 120,12; Tp2 119,37; Tp3 118,62. Per la prossima settimana, da come si evince dall’analisi tecnico – grafica, sia settimanale che giornaliera, la coppia potrebbe continuare a seguire il movimento ribassista, iniziato dai massimi raggiunti il 12 agosto a 125,30, per raggiungere il prossimo supporto settimanale (livello blu) in area 117,13.

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Gbp/Usd

La coppia che vede contrapposte le due valute sterlina inglese e dollaro americano, con l’ultimo movimento ribassista che ha sancito la fine delle ostilità della settimana appena conclusasi, ha raggiunto un area molto importante da tenere sotto stretta osservazione nelle prossime sedute; zona che viene marcata da un supporto settimanale (livello blu) molto importante in quanto da come si evince dal grafico in passato è stato colpito diverse volte dall’azione del prezzo; in particolare l’ultima volta che la coppia ha raggiunto il supporto le quotazioni sono state subito respinto nuovamente verso l’alto iniziando un nuovo cambio di trend rialzista. Una situazione simile, dove il supporto può fare da barriera ad altri movimenti short, può avverarsi anche nelle prossime sedute; soprattutto perché è fisiologico che la major dopo nove sedute ribassiste di seguito prima o poi deve iniziare una nuovo trend in direzione opposta al precedente. Si consiglia nelle prossime sedute daily, di attendere una valida indicazione rialzista da parte dell’azione del prezzo in zona 1,5180.

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Aud/Usd

L’operazione di acquisto inserita in macchina mercoledì scorso e triggerata dopo poco, su indicazione della hammer daily è andata a costo, la coppia ha preferito continuare il suo movimento ribassista rompendo l’ultimo punto di swing low. L’ultimo movimento ribassista dell’ottava appena conclusasi, ha spinto la coppia più in basso fino a terminare le contrattazione nelle vicinanze del supporto settimanale (livello blu) a 0,6910. Per la prossima settimana, monitoriamo l’area in oggetto per decidere, in base anche alle indicazioni pervenute da parte dell’azione del prezzo, quale direzione intraprendere.

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Eur/Jpy Gbp/Jpy

Sul daily chart delle due coppie Eur/Jpy e Gbp/Jpy, abbiamo la stessa è identica situazione, ovvero dopo un deciso movimento ribassista, iniziato rispettivamente il 21 ed il 19 agosto, i cross hanno raggiunto una zona di supporto settimanale (livello blu); la prima coppia si è fermata nei dintorni del livello 132,30 testato l’ultima volta il 30 aprile, mentre la seconda coppia ha raggiunto il livello a 180,60 testato l’ultima volta il 28 aprile. Per le prossime sedute monitoriamo le due aree per poi decidere sul da farsi.

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