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Quadro macro economico
Sostanziale parità per le borse del vecchio continente che dopo i recenti guadagni hanno preferito la prudenza in una giornata caratterizzata dalle notizie in arrivo dal Mali (dove un commando jihadista ha attaccato un albergo della capitale Bamako). Chiusura positiva per l’indice tedesco, il Dax, salito dello 0,31% mentre l’Ibex ha terminato in rosso dello 0,62%. Sostanziale parità per FTSE 100 a +0,07% e Cac40 a -0,08%.
FTSE MIB ha chiuso in ribasso dello 0,23% non sfruttando l’andamento positivo di Wall Street.
In rosso la maggior parte dei titoli bancari con Unicredit (MI:CRDI) (-2,08%) che ha pagato la bocciatura di Barclays (L:BARC) a underweight dal precedente equalweight. Restando nel comparto le vendite hanno colpito anche Banca Popolare dell Emilia Romagna (MI:BPEm) (-1,73%), Banca Popolare di Milano Scarl (MI:PMII) (-1,34%) e Intesa Sanpaolo (MI:ISP) (-1,26%). Male A2A (MI:A2) (-1,45%) in scia alle indiscrezioni de Il Correre secondo cui il Cda di Cogeme, socio con il 31% di Linea Group Holding, avrebbe bocciato l’offerta vincolante messa sul tavolo dall’utility lombarda per il 51% di LGH. ENI SpA (MI:ENI) ha perso lo 0,73% dopo aver concluso la cessione del residuo 4% del capitale detenuto in Galp Energia (L:0B67)
Tra i migliori di seduta da segnalare Finmeccanica (MI:SIFI) (+2,49%) e Telecom Italia (MI:TLIT) (+1,72%), con quest’ultima che ha sfruttato l’appeal speculativo dello scontro tra i fondi e Vivendi (PA:VIV).
L’ottava si chiude con poche news degne di nota. Durante la sessione europea è stata pubblicata una sola news riguardante i prezzi alla produzione della Germania, i quali segnano un calo dello 0,4%, in linea con il mese precedente ma sotto le attese degli analisti ferme al -0,2%.
Male anche la lettura annualizzata che segna un -2,3% dal -2,1% precedente e rispetto al -2% stimato dagli analisti. Durante la sessione americana, le vendite al dettaglio canadesi relative al mese di settembre sono scesa di mezzo punto percentuale rispetto al mese precedente. Gli analisti avevano stimato un +0,1%. Infine, sempre dal Canada l’inflazione ha segnato un incremento dello 0,1%. Il dato è in linea con le stime. La giornata finisce con l’indice che misura la fiducia dei consumatori nella zona euro, che nel mese di novembre si è attestato a -6 punti. Gli analisti avevano stimato -7,5 punti, non lontano dai -7,6 punti della precedente rilevazione.
A dettare l’andamento dei mercati sono ancora una volta le Banche centrali, in particolare Fed e Bce. Ieri i verbali delle ultime riunioni di questi istituti hanno evidenziato sempre di più la divergenza di politica monetaria: da un lato la Fed pare intenzionata ad alzare i tassi d’interesse a dicembre per la prima volta dal 2006, dall’altro la Bce, come ribadito questa mattina da Mario Draghi, sembra orientata ad ampliare il suo quantitative easing. L’attesa per il potenziamento del QE si è sentita sui titoli di Stato dell’Eurozona: in particolare il bond governativo biennale tedesco ha toccato i minimi storici a -0,389 per cento.
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