Market Brief
I partecipanti al mercato si aspettavano che i toni da falco dei discorsi pronunciati dai membri del FOMC dopo la riunione di settembre si sarebbero rispecchiati nei verbali. Ma non è andata così. I verbali mostrano che il Comitato non era minimamente orientato a restringere la politica monetaria a settembre e stava piuttosto cercando di trovare un terreno comune circa la tempistica più appropriata per iniziare ad aumentare i tassi. Secondo noi, la Fed dovrà aspettare almeno fino a marzo del 2016 prima di iniziare a parlare nuovamente di un rialzo del tasso. Le borse asiatiche hanno celebrato la prospettiva di tassi d’interesse bassi e, cosa ancor più importante, il fatto che nei prossimi mesi la Fed rimarrà a guardare. Il Nikkei 225 ha guadagnato l’1,49%, salendo a 18.411 punti, il più ampio indice Topix è lievitato del 2,28%. Nella Cina continentale, i titoli azionari continuano a salire, gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen hanno guadagnato rispettivamente l’1,26% e l’1,43%. Altrove, l’Hang Seng di Hong Kong è salito dell’1,39%, a Singapore i titoli sono in rialzo dell’1,63%, il Sensex indiano ha guadagnato lo 0,77%.
Sul mercato dei cambi, le valute legate alle materie prime hanno ottenuto una spinta dal rally delle materie prime e dalla propensione al rischio globale. Il greggio WTI si sta avvicinando alla sua media mobile a 200 giorni, collocata intorno a 50,97 USD a barile, in rialzo di quasi il 35% rispetto al minimo segnato il 24 settembre, pari a 38,16 USD. Durante la seduta asiatica, i futures sul minerale di ferro con consegna a gennaio hanno guadagnato più del 4%. Il rame è in rialzo del 2,58%, l’oro dello 0,66%, l’argento dello 0,58%, il palladio dello 0,97% e il platino dell’1,96%.
L’AUD/USD ha inviato un forte segnale rialzista violando la forte resistenza a 0,7280 (massimo 18 settembre). Riteniamo che vi sia ancora un moderato potenziale al rialzo. La prossima resistenza giace a 0,7440, mentre al ribasso il supporto si colloca a quota 0,6939. In Nuova Zelanda, dal 23 settembre il kiwi ha guadagnato più del 7%, ieri a New York ha toccato quota 0,6699 USD. Ciò nonostante, la coppia NZD/USD continua a passare di mano sotto la soglia psicologica a 0,67.
In Europa, tutti i futures sugli indici azionari europei sono positivi: Dax +0,54%, CAC 40 +0,24%, SMI +0,28%, Footsie +0,94%, Euro Stoxx 600 +0,53%. Stamattina l’EUR/USD è in rialzo sull’onda dei dati incoraggianti dalla Francia, dove la produzione industriale di agosto è cresciuta dell’1,6% a/a rispetto allo 0,2% previsto e quella manifatturiera del 2,2% a/a a fronte dell’1% delle previsioni medie. Alla luce della propensione al rischio generalizzata, continuiamo a intravedere un certo potenziale al rialzo per l’EUR/USD, il prossimo obiettivo è 1,15.
Oggi gli operatori monitoreranno il rapporto sull’inflazione in Norvegia; la produzione industriale in Italia; la bilancia commerciale nel Regno Unito; il tasso di disoccupazione e la variazione netta nell’occupazione in Canada; l’indice dei prezzi all’importazione e le giacenze dei grossisti negli USA.