Gentili Lettori di Investing.com,
La settimana appena conclusa, nonostante la chiusura anticipata dei mercati per le festività pasquali, è risultata incredibilmente densa di spunti di riflessione e di eventi sia geopolitici sia macroeconomici rilevanti (se non addirittura determinanti).
Sul fronte geopolitico, l'acuirsi delle tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord rischia "concretamente" di scatenare un conflitto armato le cui conseguenze non sono in alcun modo prevedibili; lo stesso Governo cinese, che al momento si è solo limitato a consigliare di evitare escalation tra i due Paesi, non ha preso una posizione a favore dell'una o dell'altra parte, di fatto a sua volta alimentando ulteriore stress.
Donald Trump, nel frattempo, sta proseguendo ad irritare non solo i leader politici ma (ahimè) anche i mercati finanziari attraverso dichiarazioni del tutto incongruenti con le promesse elettorali e, addirittura, con quanto da lui stesso sostenuto non più di qualche settimana fa....
Se infatti in campagna elettorale aveva promesso "guerra commerciale" a Paesi come la Cina, il Giappone e la Germania etichettati come "manipolatori delle valute" ora, oltre a dichiarare pubblicamente, che la Cina non sia intervenuta per manipolare la valuta domestica in chiave competitiva (???), lui stesso si è comportato da "manipolatore" dichiarando che il dollaro americano è troppo forte, "suggerendo" che i tassi di interesse non debbano essere rialzati e che addirittura Janet Yellen, accusata apertamente di aver agito sulla politica monetaria in modo da favorire la vittoria elettorale di Hillary Clinton, potrebbe avere un nuovo mandato alla guida della Federal Reserve...
Senza dimenticare che aveva dichiarato che un intervento militare in Siria sarebbe stato un errore e che la Russia, con cui i rapporti da dieci giorni a questa parte sono in costante logoramento, sarebbe stato un ottimo partner per la lotta all'ISIS e per accordi commerciali...
Sul fronte macroeconomico, la divulgazione di dati circa l'indice dei prezzi al consumo in USA nel mese di Marzo in netto calo rispetto alle attese (+2% anno su anno vs attese di +2,3%) e delle vendite al dettaglio (anch'esse in calo dello 0,2% rispetto a Febbraio vs attese di +0,3%), hanno contribuito a "raffreddare" il dollaro. Yen, preziosi (Oro, Argento e Palladio) e Treasuries americani ringraziano...in attesa di nuovi sviluppi.