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Il crash di FTX mette in luce i rischi strutturali del settore della cripto

Pubblicato 18.11.2022, 10:37
  • All’inizio di questa settimana, la seconda borsa di criptovalute più grande al mondo, FTX, ha presentato istanza di fallimento
  • La notizia ha inviato un chiaro messaggio rischio per l’intero settore delle criptovalute
  • La grande domanda è cosa succederà ora con gli altri due giganti del settore: Binance e Coinbase
  • Il fallimento di FTX continua a far parlare. Analizziamo passo dopo passo come è avvenuto il tutto e le sue conseguenze per il settore delle criptovalute.

    Sono due gli attori principali di questa crisi: Sam Bankman-Fried, creatore di FTX, l’ex seconda borsa di cripto più grande al mondo, e Alameda, un hedge fund fondato anch’esso da Bankman-Fried.

    Alameda stava attraversando difficoltà finanziarie e Bankman-Fried ha utilizzato miliardi di dollari di fondi dei clienti di FTX, l’altra sua piattaforma, senza che investitori, dipendenti e revisori se ne accorgessero, per coprire i rischi di Alameda.

    E come ha fatto? Usando il token FTT come garanzia. Quando però il prezzo del token è crollato del 75% nel giro di un giorno, la garanzia non è stata più sufficiente a coprire i trade.

    Come mai è importante? Perché le piattaforme di trading di criptovalute devono avere abbastanza denaro per coprire i depositi dei clienti. Quindi, se diversi clienti chiedono di ritirare le loro criptovalute, cioè il loro denaro, la piattaforma non ha problemi perché è coperta. Ma questo non era il caso di FTX.

    Dunque, FTX ha sottovalutato la quantità di liquidità che doveva avere a disposizione per i prelievi.

    Questa situazione è stata portata all’attenzione del pubblico. Cominciarono a trapelare notizie sullo stato critico dei conti di FTX e venne alla luce il legame tra la borsa e Alameda. Ciò ha provocato il panico nella comunità degli investitori, che ha richiesto ritiri da FTX per circa 6 miliardi di dollari.

    FTX non è riuscita a far fronte alla questione e ha presentato istanza di fallimento, che a sua volta ha causato un piccolo crollo nel settore delle criptovalute. A questo punto è entrata in scena Binance, la prima borsa di criptovalute e rivale di FTX, annunciando che sarebbe andata in soccorso di FTX. Ma questo è durato solo poche ore, fino a quando l’AD di Binance, Changpeng Zhao, ha dichiarato che era troppo rischioso e si è tirato indietro, dando un altro colpo al settore delle criptovalute.

    Di conseguenza, Bankman-Fried si è dimesso da amministratore delegato di FTX, e Alameda Research chiuderà le operazioni.

    Dopo tutto ciò, FTX, valutata 32 miliardi di dollari solo poche settimane fa, ora vale zero.

    Effetto domino

    Il collasso del network Terra dello scorso maggio ha toccata diverse compagnie, tra cui la piattaforma cripto Celsius ed il fondo cinese Three Arrows.

    Ora, in seguito al crollo di FTX, due borse asiatiche hanno annunciato la sospensione dei prelievi, Aax e BitCoke. Anche il broker Genesis ha sospeso i rimborsi di criptovalute ai suoi clienti.

    E ora abbiamo appreso che un’altra borsa, BlockFi, potrebbe presto annunciare il suo fallimento a causa della sua forte esposizione a FTX, ovvero perché aveva molti fondi. Inoltre, si parla anche di altre due società di criptovalute che detengono fondi in FTX, Sequoia Capital e BlockFi.

    Ora viene spontaneo chiedersi cosa succederà ora con i due giganti del settore, Binance e Coinbase Global (NASDAQ:COIN), e se anche loro saranno colpiti da questo effetto domino.

    Qual è il problema di tutta questa situazione?

    Secondo il mio parere, è l’enorme perdita di fiducia degli investitori nel settore delle criptovalute, che è un settore molto rischioso. Ma lo è ancora di più ora che ci stiamo facendo un’idea più precisa delle difficoltà di solvibilità del settore.

    Abbiamo visto che il Bitcoin, per fare un esempio della più grande criptovaluta al mondo, è passato dal valore di 69.000 dollari di un anno fa agli attuali 16.000 dollari. Alcuni analisti ritengono che forse non abbiamo ancora toccato il fondo e che potremmo vedere i 12.000 dollari se la crisi continuerà.

    Nota: L’autrice del presente articolo possiede Bitcoin. 

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Ultimi commenti

Ottima Analisi!
perché 12k e non zero che è il suo valore reale??
Anche per il fallimento delle piattaforme ora su i 21 milioni di bit ne sono rimasti sacrsi 19 Qundi tecnicamente non potrebbe mai arrivare a zero Ove dovessero fallire anche Coinbase e Binance e l’intero settore -cosa che tra l’altro i puristi si augurano- il totale dei bitcoin bruciati arriverebbe chi sa dove di conseguenza i prezzo mimimo dei rimanenti bitcoin salirebbe ancora di più. Sicché io che li tengo sui eToro sono relativamente tranquillo sul lungo termine
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