In Giappone la crescita del GDP nel Q1 2016 è stata superiore alle aspettative (+0.4% trimestrale vs +0.1% atteso). Ciò lascia sperare che l'inflazione potrebbe un giorno risalire. La ripresa del consumo privato (+0.5%) nel primo trimestre ha certamente aiutato. I mercati hanno reagito debolmente, e lo Yen non si è rafforzato dopo il dato, restando in area 110 yen per un dollaro.
In effetti, il deflattore del GDP ha toccato i minimi da due anni, e riflette la crescente pressione deflazionistica che il paese è costretto ad affrontare. Nello stesso tempo, le vendite corporate hanno registrato un altro risultato deludente: -2.7% annuale.
Nuovi stimoli in arrivo?
Al momento, crediamo ancora che la Bank of Japan potrebbe ulteriormente intervenire. I fondamentali oggi non sono certo migliorati rispetto a quando sono state intraprese le ultime misure. Lo yen potrebbe conservare una certa attrattività per gli investitori in un contesto di incertezza globale.
Un altro importante driver di USD/JPY è la politica monetaria della Fed, molto difficile da interpretare in questa fase. Le recenti dichiarazioni di Lockhart non escludono addirittura tre rialzi dei tassi, nonostante la Fed non abbia ancora agito nel 2016. Secondo noi, ciò non avverrà e anzi potrebbe non esserci alcun rialzo dei tassi nel 2016.
I mercati potrebbero un giorno iniziare a prezzare una convergenza tra le politiche monetarie di Stati Uniti e Giappone, rendendo necessari ulteriori azioni da parte della BoJ. Lo yen è chiaramente sopravvalutato, e stanno già montando le prime indiscrezioni su possibili misure di stimolo da annunciare nel prossimo meeting del 15-16 Giugno.
Il rafforzamento della valuta nipponica negli ultimi mesi, a causa del suo status di valuta rifugio, rende difficile il successo di qualsiasi politica monetaria attuata nel tentativo di riprendere la crescita.