"La natura non è un posto da visitare. E casa nostra" (Gary Snyder)
Si è conclusa una settimana molto difficile per gli operatori. Le principali banche centrali hanno fatto squadra per raffreddare l‘euforia dei mercati ribadendo che la stagione della politica monetaria restrittiva non è ancora finita. Il colpo più duro è arrivato dalla Bank of England che ha alzato, a sorpresa, i tassi di 50 punti base portandoli al 5%, poco sotto al livello degli Stati Uniti, e rafforzando l’ipotesi che la Bce possa muoversi nella stessa direzione. Sia Jerome Powell che Christine Lagarde hanno in mente almeno altri due rialzi, dopo i quali, dovrebbero mettersi in una posizione di attesa per capire se l’inflazione sia finalmente stata domata. A muoversi in controtendenza le nazioni in “conflitto” con il resto del mondo ovvero Cina e Russia che devono cercare di sostenere le rispettive economie a causa della guerra fredda in corso. Sui mercati azionari è tornato quindi a farsi sentire il segno ”meno” ed in particolare Piazza Affari che ha perso il 2,3%, facendo peggio del Nasdaq 100, -1,6% su cui ha pesato il passo indietro dei titoli dell’intelligenza artificiale. Da inizio anno tuttavia la perfomance resta indivdiabile: +37% il Nasdaq, +15% lo FTSE Mib. La sopresa, in chiave positiva, è stato invece il Bitcoin salito del 18%, in una settimana, portando il rialzo da inizio anno al 90%, e superando la soglia psicologica dei 30mila dollari.
Settimana calda per i dati macro
Il calendario macroeconomico della settimana inizia con un bel discorso di Christine Lagarde, alle 19:30 che sarà però preceduto alle 10:00 dall’indice IFO sulla fiducia delle imprese tedesche a giugno visto leggermente in calo sulla rilevazione precedente. Martedì invece vedrà una predominanza di dati macro Usa: alle 14:00 i permessi di costruzione, alle 14:30 gli ordinativi di beni durevoli a maggio, alle 16:00 il rapporto sulla fiducia dei consumatori a maggio e a seguire le vendite di nuove abitazioni. La “speranza” è che si tratti di dati tutti in calo, cosa che alimenterebbe l’aspettativa di recessione e di conseguenza un atteggiamento meno falco della Fed. Mercoledì invece sarà una giornata importante per l’Italia con la diffusione del dato sull’indice dei prezzi alla produzione e al consumo a giugno. Gli economisti si aspettano un ritorno verso il 10%, cosa che non sarebbe assolutamente positiva. Infine sempre mercoledì un nuovo discorso di Christine Lagarde. Giovedì parlerà invece Jerome Powell, intorno alle 8:30, e poco dopo sarà diffuso il dato sui prezzi al consumo in Germania, anche in questo caso visti in aumento su base annua. Venerdì infine la statistica sull’inflazione nell’area euro a giugno che, dovrebbe essere in calo: +5,7% da +6,1%. Infine il dato sulla disoccupazione a maggio sempre nell’area euro, visto stabile al 6,5%.
La competizione tra Usa e UE spinge le rinnovabili, anche in Italia
Attraverso l’Inflaction reduction Act (IRA) e il Grean Deal Industrial Plan, Usa ed Unione Europea, sebbene con approcci e strumenti diversi, hanno in comune un obiettivo: incrementare le capacità produttive delle tecnologie pulite a livello nazionale, riducendo così l’eccessiva dipendenza dalla Cina. La transizione energetica rappresenta, infatti, una sfida per la catena di forniture. Attualmente solo una piccola quantità della produzione è situata negli Stati Uniti o nella Unione, mentre la Cina domina la produzione dei settori chiave della transizione energetica come solare, eolico e produzione di batterie, con più dell’80% della capacità mondiale. Per questo l’Unione ha stabilito, ad esempio, un target di aumento delle capacità produttive nazionali di otto tecnologie strategiche a zero emissioni, in modo che almeno il 40% della loro domanda sia fornita dall’UE stessa entro il 2030 e il 40% dei minerali necessari sia lavorato all’interno nel vecchio continente. La combinazione di IRA e Green Deal dovrebbe quindi generare benefici per le industrie presenti nella value chain dell’energia pulita, in particolare per quelle con esposizione globale in entrambe le regioni. L’ammontare del capitale potenzialmente investibile potrebbe superare in modo significativo $370 miliardi inizialmente previsti nel piano IRA, con Goldman Sachs (NYSE:GS) e Credit Suisse che stimano circa $1,5 trilioni di dollari in investimenti nel prossimo decennio. Un contesto che vede esposte anche alcune aziende italiane quotate su Euronext (EPA:ENX) Growth Milan e tra queste Altea Green Power e Redelfi, oggetto di copertura da parte di Integrae SIM, che hanno recentemente comunicano di aver avviato una joint venture per lo sviluppo di battery energy storage systems stand alone in USA, con la costituzione della società di diritto americano.