Il ribasso subito dall'indice Dow Jones Industrial il 3 febbraio non e' cosa da poco: il saldo e' stato del -2,07%, era dal 20 giugno 2013 che i prezzi non scendevano cosi' tanto in una sola seduta. A preoccupare per il destino dell'indice dei 30 maggiori titoli della borsa di NY non e' solo l'entita' della discesa ma anche il danno che questa ha provocato alla struttura rialzista. I prezzi sono infatti scesi al di sotto sia della linea di tendenza disegnata dai minimi di novembre 2012 sia della media mobile a 200 sedute, le due sono perfettamente coincidenti dal marzo 2013, in transito a 15500 punti circa. La posizione della media mobile a 200 giorni rispetto al grafico dei prezzi viene spesso scelta dagli studiosi dei grafici come approssimazione della direzione della tendenza di medio lungo termine: quando le quotazioni si collocano al di sopra della media mobile e' lecito catalogare la tendenza come rialzista, viceversa quando e' la media mobile ad essere superiore alle quotazioni, come adesso, il trend e' di ribasso. Un probabile target per la discesa diventa ora la base del canale rialzista disegnato dai minimi di ottobre 2011, il cui lato superiore ha contenuto le spinte rialziste a maggio e dicembre 2013, attualmente in transito a 14670 punti circa, allineata con i minimi dello scorso ottobre (precisamente a 14719 punti). Se la violazione di 15500 e' stato un segnale preoccupante per il medio periodo, discese al di sotto di area 14700 lo sarebbero anche per il lungo termine: in quel caso l'indice segnalerebbe l'intenzione di voler correggere tutta la salita dai minimi di ottobre 2011 con obiettivi potenzialmente fino ai 12000/12500 punti. Recuperi fino a 15500/600 sarebbero da considerare un fisiologico "return move", solo la rottura al rialzo di questi livelli potrebbe alleggerire la gravita' del segnale ribassista inviato il 3 febbraio.