Il rally di sollievo di ieri è durato poco, perché ormai manca pochissimo alla decisione sulla Brexit. La propensione al rischio ha prevalso nei primi due giorni della settimana, spingendo al rialzo la sterlina britannica e l’euro. Da martedì pomeriggio i mercati hanno deciso di vedere il bicchiere mezzo vuoto, stornando i guadagni della sterlina e dell’euro e spingendo lo yen giapponese e il franco svizzero.
La sterlina britannica ha ceduto fino all’1,10% contro il biglietto verde, per poi consolidarsi intorno a 1,4680 a Tokyo. Il Cable GBP/USD non è riuscito a violare la resistenza a 1,4770 (massimo 3 maggio) alla vigilia del voto sulla Brexit. Prevediamo che la coppia sarà incline a forti oscillazioni con il venire meno della liquidità man mano che ci avviciniamo al voto.
Anche l’EUR/USD ha vissuto una seduta difficile negli USA, mentre Yellen testimoniava di fronte alla Commissione bancaria del Senato. Yellen non ha detto nulla di nuovo, i suoi commenti sono stati grossomodo uguali a quelli pronunciati durante la riunione del FOMC di giugno; ha ripetuto che la Fed si prenderà più tempo prima di alzare di nuovo i tassi, in attesa che l’economia USA si rafforzi ulteriormente. L’euro ha ceduto quasi l’1%, scivolando a un minimo pari a 1,1242 a Tokyo, per poi consolidarsi intorno a 1,1263.
Il dollaro neozelandese ha fatto registrare le prestazioni migliori, grazie alla ripresa dei prezzi del Petrolio Greggio e alle probabilità crescenti, stando agli ultimi sondaggi, che il Regno Unito rimanga nell’Unione Europea. La coppia NZD/USD ha toccato quota 0,7148, in rialzo dello 0,31% durante la seduta.
Dopo aver ceduto l’1,40% martedì, lo yen giapponese è tornato a salire. L’USD/JPY si è indebolito dello 0,25% a Tokyo, tornando a 104,36. Nelle ultime settimane, la coppia si è stabilizzata fra 103,50 e 105, sull’onda dei sondaggi contraddittori sulla Brexit. Molto probabilmente la coppia continuerà a muoversi all’interno di questa fascia finché non avremo i risultati del voto sulla Brexit.
L’Oro ha continuato a scendere, perché gli investitori prevedono una correzione al ribasso nel caso di una vittoria dei “no” giovedì. La coppia XAU/USD ha toccato quota 1.261,77 in Asia, in calo di più del 4% negli ultimi sei giorni. Nella notte, il metallo giallo è scivolato dello 0,31%, l’argento dello 0,39%.
Stamattina il mercato azionario si muoveva per lo più in territorio positivo, fatta eccezione per i titoli giapponesi, che hanno annullato i guadagni precedenti. Gli indici Nikkei e Topix hanno ceduto rispettivamente lo 0,64% e lo 0,72%. Nella Cina continentale, l’indice CSI 300 ha guadagnato lo 0,50%, mentre, sulle piazze offshore, l’Hang Seng è avanzato dello 0,58% e il Taiex di un marginale 0,36%. In Europa, i futures sugli indici azionari puntano a un’apertura in rialzo.