È stata un’altra settimana buona per il dollaro USA. Il biglietto verde è salito contro tutte le principali valute venerdì, malgrado i dati orrendi sull’occupazione non agricola. Secondo l’ultimo report, l’emorragia nel mercato del lavoro è cominciata prima che qualunque stato emettesse gli ordini di isolamento. Nelle prime due settimane di marzo, le aziende USA hanno tagliato 701.000 posti di lavoro, il 700% in più di quanto si aspettassero gli economisti. Sebbene chiunque credesse che milioni di posti di lavoro fossero stati tagliati nelle ultime settimane, nessuno si aspettava un dato tanto alto così presto. Gli economisti si aspettavano un calo di sole 100.000 unità, soprattutto dopo che l’ADP aveva riportato una riduzione di sole 27.000 unità nel settore privato. Tuttavia, il settore del divertimento e dell’ospitalità ha rappresentato oltre la metà della perdita dei posti di lavoro, con le aziende che hanno cominciato a cancellare conferenze e vertici a fine febbraio. Il tasso di disoccupazione è schizzato al 4,4%, con l’indagine che ha riportato una riduzione di 3 milioni dell’occupazione. La media dei compensi orari è aumentata ma, con le notizie di lavoratori non messi in congedo che subiscono un taglio dei compensi, questo miglioramento svanirà presto. Anche l’attività del settore dei servizi è rallentata, con l’indice ISM non manifatturiero sceso a 52,5 da 57,3 a marzo, anche se il dato è stato migliore del previsto (la previsione era di 43).
I titoli azionari sono scesi bruscamente ma il biglietto verde ha continuato a trarre forza dall’avversione al rischio. Possono anche esserci 257.733 casi di COVID-19 negli USA ma i numeri in Spagna ed Italia hanno superato i 110.000 e zone dell’Asia dove sembrava che fosse stato contenuto stanno ora riportando nuovi casi e reintroducendo rigide misure di chiusura. Ci sono crescenti timori che possano esserci nuovi focolari all’estero, insieme ad un peggioramento della crisi economica.
Negli Stati Uniti, tutti si aspettano che i dati peggiorino. Se i dati di marzo sono stati così terribili, possiamo solo immaginare quanto saranno tremendi quelli di aprile. Potremmo aspettarci una riduzione di milioni di unità dell’occupazione non agricola. In base alle richieste di disoccupazione, circa 10 milioni di persone hanno fatto domanda di sussidio a fine marzo. L’intero paese non è andato in modalità di totale chiusura fino alla metà del mese e, con il Presidente che ha esteso le misure di distanziamento a livello federale fino alla fine di questo mese, sempre più americani saranno senza lavoro per periodi di tempo più lunghi. Non vedremo la reale portata dell’impatto del COVID-19 sull’economia USA fino al prossimo mese. Gli unici report economici USA di rilievo in agenda questa settimana saranno i dati sull’inflazione ed i verbali del FOMC. Tutti questi report dovrebbero essere negativi per il dollaro, in quanto il brusco calo dei prezzi del greggio ed il dollaro forte potrebbero portare giù le pressioni inflazionarie. I verbali del FOMC metteranno in luce le recenti misure di allentamento della banca centrale e la sua intenzione di fare di più.
La sterlina è scesa venerdì dopo i dati PMI deboli. L’indice del settore dei servizi è sceso a 34,5 da 35,7, mentre l’indice composito è sceso a 36 da 37.1. Il numero delle vittime di coronavirus nel paese è salito al massimo e il ritardo nella risposta del paese potrebbe costare caro. L’indice manifatturiero non ha registrato un forte calo ma è solo questione di tempo prima che lo faccia. Il Regno Unito sarà sicuramente uno dei paesi più colpiti dal COVID-19. Attualmente è all’ottavo posto per numero di casi confermati. Il cambio EUR/USD è sceso per il quinto giorno consecutivo dopo i dati PMI rivisti al ribasso.
Anche i dollari di Australia e Nuova Zelanda sono in calo. La Cina ha riportato dati PMI più forti ma gli investitori hanno ignorato i dati in quanto sono stati confrontati con quelli del mese precedente. In Australia l’indice PMI del settore delle costruzioni è sceso ancora, mentre i report sui servizi e i report compositi sono stati rivisti al ribasso. Gli investitori hanno ignorato l’aumento delle vendite al dettaglio in quanto la spesa subirà sicuramente una contrazione a marzo e ad aprile. Nonostante sia impossibile che l’economia dell’Australia si riprenda prima del resto del mondo, i dati mostrano che la curva del paese si sta appianando.