Dopo aver guadagnato più dello 0,50% la scorsa settimana, da ieri l’USD si muove lateralmente, mentre la moneta unica continua a scendere sull’onda delle speculazioni su un aumento degli stimoli da parte della BCE alla luce dell’inflazione sommessa e della crescita anemica.
La sterlina britannica è rimasta sotto pressione, perché gli investitori continuano ad attendersi dure conseguenze dalla decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea.
Ieri, l’indice del dollaro è salito fino a toccare i massimi da nove mesi, a 98,846, mentre l’EUR/USD crollava a 1,0860 e il cable si aggirava intorno a 1,22. Crediamo che ora il mercato abbia scontato interamente un rialzo del tasso d’interesse a dicembre da parte della Federal Reserve. Ecco perché crediamo che sia improbabile un ulteriore rialzo del dollaro.
Durante la seduta asiatica, l’EUR/USD ha annaspato intorno a 1,0870, cedendo un marginale 0,04%. La coppia GBP/USD ha subito un piccolo colpo, scivolando dello 0,15% a 1,2220. In Svizzera, l’EUR/CHF ha reagito tiepidamente al discorso di Thomas Jordan.
La coppia di valute si è consolidata intorno a 1,0810 nelle ultime 24 ore, dopo che Jordan ha ribadito la necessità di tassi d’interesse negativi, ricordando però che i tassi negativi sono una soluzione temporanea e che se ne devono monitorare con attenzione gli effetti collaterali.
Nelle ultime due settimane, il franco svizzero si è rafforzato in modo considerevole, mentre il mercato ha fatto scendere ai minimi multi-mensili la moneta unica. È abbastanza probabile che la BNS dovrà intervenire sul forex – ancora una volta – per far indebolire il CHF, visto che la coppia di valute ha testato di nuovo il livello a 1,08.
Questo livello ora viene visto come una base implicita, giacché la Banca Nazionale Svizzera è intervenuta sistematicamente ogni volta che l’EUR/CHF si è avvicinato a 1,08.
Sul mercato azionario, i rendimenti delle borse asiatiche sono stati per lo più positivi. In Giappone, sia il Nikkei, sia il Topix hanno esteso i guadagni, salendo rispettivamente dello 0,76% e dello 0,71%.
In Cina, gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen sono avanzati dello 0,05% e dello 0,29%, invece, offshore, l’Hang Seng ha ceduto lo 0,11%. Più a sud, i titoli australiani sono saliti dello 0,63%, mentre l’NZX 50 neozelandese ha guadagnato lo 0,64%. I future USA sono positivi. Infine, i future europei si muovono tutti in territorio positivo, con il Footsie a +0,22% e il DAX a +0,14%.
Oggi gli operatori monitoreranno l’IPP in Spagna e Svezia; il sondaggio IFO in Germania; gli ordini industriali in Italia; la bilancia delle partite correnti, gli investimenti diretti esteri e i verbali della riunione del Comitato di Politica Monetaria in Brasile; l’indice sulla fiducia dei consumatori e l’indice manifatturiero della Fed di Richmond negli USA.
Per quanto riguarda le banche centrali, Draghi terrà un discorso a Berlino, Carney (BoE) parlerà di fronte al comitato economico e negli USA è previsto l’intervento di Lockhart (Fed).