Mercoledì le borse rimangono sotto pressione nonostante gli sviluppi positivi nella penisola coreana; ciò suggerisce che i partecipanti al mercato sono più interessanti all’ufficializzazione dei nuovi dazi doganali di Trump.
Il Nikkei ha chiuso la seduta in calo dello 0,77%, l’Hang Seng di Hong Kong ha ceduto l’1,03% e l’FTSE Straits Times Singapore di Singapore è sceso del 2,03%.
La Corea del Sud e la Corea del Nord stanno organizzando un incontro per la fine di aprile.
La notizia è arrivata dopo l’annuncio di Kim Jong Un, il leader nordcoreano, che si è detto pronto ad abbandonare il suo programma nucleare, se sarà garantita la sicurezza del regime.
Forse l’incoerenza e l’imprevedibilità di Kim Jong Un stanno tenendo gli investitori sulle spine.
Negli USA, le dimissioni di Gary Cohn da direttore del Consiglio Economico Nazionale suggeriscono che Trump intende davvero portare avanti una guerra commerciale.
Il mercato rimane diffusamente in modalità di avversione al rischio, con lo yen giapponese e il franco svizzero in rialzo contro il biglietto verde.
Il primo guadagnava lo 0,50%, il secondo lo 0,35%.
Per ora è difficile capire come posizionarsi, perché ci sono molte tessere in movimento sul fronte politico.
Dall’altra parte dell’Atlantico, la moneta unica continua ad apprezzarsi gradualmente contro l’USD; la coppia di valute più scambiata ha raggiunto quota 1,2434 durante la mattinata europea.
Rimaniamo positivi sulla coppia di valute, il prossimo obiettivo è 1,2550.