Market Brief
Ieri la moneta unica ha cancellato i guadagni d’inizio seduta sulla scia dei PMI deludenti nell’Eurozona e, soprattutto, in Germania. Il dato definitivo riferito al PMI composito di settembre elaborato da Markit/BME è risultato leggermente inferiore ai 54,3 punti previsti dal mercato, si è infatti attestato a 54,1 punti. Nell’Eurozona, il PMI composito definitivo di settembre si è fermato a 53,6 punti, a fronte dei 53,9 previsti e precedenti. A settembre è cresciuto solo il PMI francese, l’indice è salito da 51,4 a 51,9 punti. L’EUR/USD è così sceso rapidamente sotto la soglia a 1,12, sull’onda del calo della propensione per l’EUR. In un’ottica di medio termine, la coppia continua a rimanere nella fascia compresa fra 1,11 e 1,1320 e al momento si aggira intorno alla sua media mobile a 200 giorni, che giace a quota 1,1160. Nel Regno Unito, i dati continuano a essere fonte di delusione: il PMI composito di Markit/CIPS si è fermato a 53,3 punti, cifra inferiore ai 54,3 punti previsti e al dato rivisto al rialzo di agosto, pari a 55,2 punti. A nostro avviso, sulla sterlina permarranno le pressioni a vendere perché l’economia sta attraversando una fase di debolezza temporanea. Dopo aver bucato la resistenza costituita dal minimo del 4 settembre a 1,5165, ora la coppia si sta dirigendo verso quella successiva, che giace a 1,5089 (minimo 5 maggio). Come ampiamente previsto, la RBA ha mantenuto i tassi invariati al 2,00%. Il tono del comunicato, praticamente uguale a quello precedente, è stato un po’ meno accomodante di quanto previsto dal mercato. Contrariamente alle attese, non emerge una revisione al ribasso della valutazione della crescita globale, e nemmeno un ulteriore dibattito sull’incertezza in Cina. La RBA continua a ritenere che “l’economia globale si sta espandendo a un ritmo moderato, con un certo ulteriore indebolimento, di recente, delle condizioni in Cina e nell’Asia Orientale, mentre negli USA la crescita è più solida”. Per quanto riguarda il forex, la RBA sostiene che l’AUD “si sta adattando al calo significativo dei prezzi delle materie prime chiave”. Sul fronte dei dati, ad agosto il deficit commerciale australiano è cresciuto, raggiungendo i 3.095 milioni di AUD, cifra superiore ai 2.4000 milioni di AUD previsti dal mercato e ai 2.792 milioni del deficit rivisto di luglio. La debolezza dei dati evidenzia che la crescita regionale sta perdendo slancio, circostanza che potrebbe avere sull’Australia un impatto più marcato di quanto prospettato dalla RBA. L’AUD ha compiuto un rally in scia ai toni meno pessimisti della banca centrale, al miglioramento della propensione al rischio e all’accordo TPP. L’AUD/USD è balzato a 0,7134 da 0,7085, il sentiment rialzista dovrebbe spingere l’attuale rimbalzo a una sfida della media mobile a 55 giorni a quota 0,7186. Sul fronte azionario, gran parte delle borse asiatiche regionali imita l’andamento di Wall Street e delle piazze europee. In Giappone, il Nikkei ha guadagnato l’1%, salendo a 18.186 punti, mentre il Topix è lievitato dello 0,81%. I mercati della Cina continentale sono ancora chiusi per festività, mentre a Hong Kong l’indice Hang Seng è l’unico a essere in perdita, in calo dello 0,21%. In Australia, l’S&P/ASX ha guadagnato un esiguo 0,33%, mentre in Nuova Zelanda l’S&P/NZX è salito dello 0,67%. In Europa, i titoli azionari riprendono fiato dopo il rapido rally degli ultimi giorni. I futures sui listini azionari stamattina sono contrastati: il DAX guadagna un marginale 0,10%, il Footsie lo 0,18% e l’SMI lo 0,11%. Il CAC 40 francese cede lo 0,10 e l’Euro Stoxx 50 è in rialzo dello 0,13%. Oggi gli operatori monitoreranno l’indice Halifax sui prezzi delle abitazioni nel Regno Unito; l’IPC svizzero; il discorso di Mario Draghi a Francoforte e il PMI della distribuzione al dettaglio nell’Eurozona; l’intervento di Williams (Fed) a San Francisco e la bilancia commerciale negli USA.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd