I titoli hanno terminato la giornata in rialzo, ma hanno ceduto alcuni guadagni alla chiusura. I prossimi due giorni saranno probabilmente difficili, vista la riunione della BOJ di oggi e quella della Fed di mercoledì. Entrambi sono importanti in modi diversi, ma a questo punto credo che la riunione della Banca del Giappone sarà più significativa per il suo potenziale impatto sul cambio USD/JPY e per la sua recente correlazione con l’S&P 500.
Parte del rimbalzo dell’S&P 500 negli ultimi due giorni è stato guidato dall’indebolimento dello yen. Tecnicamente, il livello 149 è stato un’area chiave di supporto e resistenza, e la prossima mossa dell’SPX potrebbe dipendere da ciò che accade a questo livello.
L’S&P 500 ha testato ieri la media mobile esponenziale a 10 giorni e ha concluso la seduta intorno a quel livello.
Il Nasdaq 100 ha affrontato ieri lo stesso punto di rifiuto dell’S&P 500. Per entrambi gli indici, la media mobile esponenziale a 10 giorni ha agito come livello di resistenza durante il calo. Una rottura al di sopra di questa media mobile sarebbe un segnale rialzista, almeno nel breve termine, se mantenuto.
Il dollaro USA sembra piuttosto debole a questo punto, pronto a rompere al ribasso e a scendere sotto 103, potenzialmente tornando a quota 100. Il mercato è stato appoggiato su un supporto e su una media mobile a 10 giorni. Negli ultimi giorni si è appoggiato al supporto e vi ha consolidato.
Il dollaro più debole sta avendo un impatto sui prezzi delle materie prime, con rame che ieri è salito di quasi il 2%. Ancora più importante, sembra che sia in procinto di raggiungere i 5,10 dollari.
Questo aumento del rame sembra arrivare quando le pressioni inflazionistiche sono già in atto e continuano.
L’indice Empire State Prices Paid è salito ancora a marzo, come si legge nel rapporto di ieri. Probabilmente non passerà molto tempo prima che questi prezzi più alti appaiano nel rapporto IPP.
Noterò che ciò avviene in un momento in cui il petrolio è ancora scambiato a un livello piuttosto basso. Faccio anche notare che il petrolio non riesce ancora a scendere sotto il livello di 66 dollari. È chiaro che qualcuno non vuole che i prezzi del petrolio scendano ulteriormente.
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