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Le Borse europee chiudono l’ottava in ribasso, crescono i timori per def

Pubblicato 14.06.2015, 18:36
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Quadro macro economico

Lo spettro del fallimento di Atene torna ad aleggiare sui listini europei, spinti al ribasso dalla decisione del Fondo monetario internazionale di abbandonare il tavolo delle trattative. "I creditori e gli Stati membri hanno deciso di iniziare a prendere in considerazione le conseguenze di un default della Grecia", avrebbe detto una fonte europea, a cui ha fatto seguito un'altra voce, secondo cui "un default (greco) è in fase di discussione". In questo contesto Londra ha terminato in calo dello 0,9%, l’Ibex è sceso dell’1,13% e il Dax ha lasciato sul campo l’1,2%. Calo dell’1,41% per il Cac40.

Anche Piazza Affari chiude in ribasso dell’1,27%. Vendite diffuse sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’1,69%, Popolare dell’Emilia Romagna l’1,46%, Popolare di Milano lo 0,53%, Intesa SanPaolo l’1,03%, Ubi Banca il 2,64%, Unicredit (MILAN:CRDI) l’1,72%. Male Enel (MILAN:ENEI) (-1,35%) che aspetta l’offerta della cinese Cnnc per Slovenske Elektrarne, controllata slovacca del colosso elettrico italiano. Restando nel comparto energetico le vendite hanno colpito anche Eni che ha lasciato sul parterre l’1,95%. Debole Terna (-0,95%) nonostante la promozione da parte di Ubs a neutral con target price passato da 3,4 a 43, euro. È scivolata anche A2A (-0,99%) nonostante potrebbero arrivare novità sulle possibile aggregazioni già entro fine luglio, per poi concretizzarsi entro fine anno. Ben comprata invece Finmeccanica (+1,71%) con le parole dell’Ad Mauro Moretti che ha ribadito che entro fine anno verrà completata la cessione della divisione trasporti (Ansaldo Breda e STS) alla giapponese Hitachi. Sotto i riflettori FCA (+0,14%) dopo le indiscrezioni riportate questa mattina da Il Sole 24 Ore, secondo cui l’Ad Sergio Marchionne starebbe studiano un’Opa ostile su General Motors (NYSE:GM) finalizzata alla fusione tra le due società.

L’ottava si chiude con diversi market movers. La prima news della giornata arriva dal Giappone, con la produzione industriale che nel mese di aprile ha segnato un incremento pari all’1,2%, rispetto all’1% del mese precedente. Su base annua il saldo diventa positivo, +0,1% contro il -0,1% della lettura precedente. Il tasso di utilizzo degli impianti segna una variazione dello -0,4% rispetto al precedente -1,2%; lo stesso dato è stato pubblicato anche nell’Eurozona, con aumento dello 0,1%, inferiore rispetto alle previsioni degli analisti pari allo 0,4%. Il dato di marzo è stato rivisto leggermente al ribasso, da -0,3% a -0,4%. Rispetto all'aprile del 2014 la produzione industriale è cresciuta nell'Eurozona dello 0,8%. Gli esperti avevano previsto una crescita dell'1,1%. Dagli Stati uniti il Dipartimento del Lavoro ha comunicato che l’indice dei prezzi alla produzione (Producer Price Index) è aumentato negli Stati Uniti a maggio dello 0,5%. Si è trattato del più forte aumento dal settembre del 2012. Gli economisti avevano previsto un aumento dello 0,4%. Da anno ad anno il PPI è calato ad aprile dell'1,1%. Il PPI core, l'indice depurato dalle più volatili variazioni dei prezzi di cibo ed energia, è aumentato dello 0,1%. Il dato è conforme alle attese degli esperti. Su base annua il PPI core è salito dello 0,6%. Ed infine, l’Università del Michingan ha annunciato che in base alle sue stime preliminari il suo indice relativo alla fiducia dei consumatori statunitensi (Michigan Consumer Confidence Index) è salito a giugno, rispetto a maggio, 90,7 a 94,6 punti. Gli economisti avevano previsto 91,5 punti. Il sotto indice relativo alle attuali condizioni dell'economia è salito da 100,8 a 106,8 punti e quello relativo alle aspettative da 84,2 a 86,8 punti. Sul fronte greco, all’orizzonte si intravedono crescenti timori per un default; tale ipotesi prende quota dopo la decisione del Fondo monetario internazionale di sospendere le trattative tecniche con Atene. Per poter sbloccare gli aiuti da 7,2 miliardi di euro verso Atene, ci delle divergenze che riguardano due settori importanti: le pensioni e le tasse. Il termine ultimo per trovare un accordo è fine giugno e i tempi sono sempre più stretti per portare a termine tutte le procedure legali necessarie allo sblocco degli aiuti finanziari. Un altro scenario potrebbe essere quello dell'estensione del piano di salvataggio, che scade proprio il 30 giugno. La Borsa di Atene ha vissuto una giornata da brividi chiudendo con un tonfo del 6%.

Quadro tecnico mercato valutario
EUR/USD

I crescenti timori di un probabile default della Grecia, dopo che venerdì il Fondo Monetario Internazionale ha abbandonato in anticipo il tavolo dei negoziati, ha spinto la moneta unica al ribasso. Già dalle prime ore di contrattazione, dopo l’apertura della sessione europea, il rapporto di cambio tra l’euro ed il green back è ridisceso nuovamente verso i minimi raggiunti l’ultima volta l’otto giugno, attestandosi a 1,1150, per poi ritornare a guadagnare terreno, durante la sessione pomeridiana, fino a raggiungere un massimo di giornata a 1,1296. Alla fine la settimana si è chiusa per la coppia a 1,1265. Già nelle seduta di giovedì, la coppia aveva ceduto una figura in virtù dei primi sintomi negativi provenienti dalla trattative tra Atene ed i creditori internazionali. Sia il weekly che il daily chart, tecnicamente mostrano una situazione non tanto facile da interpretare, nel senso che su ambedue i time frame i movimenti non sono tra di loro lineari. Sul settimanale le quotazioni sono sempre incastrate tra i due livelli statici a 1,1409 e 1,0967, con l’ultima candela che è una “inside” rispetto alla candela della candela precedente. Tale scenario di indecisione, si nota meglio analizzando il daily chart, dove precisamente le ultime 8 candele descrivono un andamento contrastato di repentini alti e bassi tra 1,1380 e 1,1100. Molto probabilmente, dalla situazione congiunturale descritta sopra, nelle prossime sedute potremmo assistere ad ulteriori cedimenti della moneta unica, con la possibilità di un ritorno verso l’area di supporto a 1,0967, zona dove potremmo valutare eventuali trade ribassisti.

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USD/JPY

La Borsa di Tokyo ha chiuso l’ultima seduta della settimana in leggero rialzo. Il Nikkei ha guadagnato lo 0,1% a 20.407,08 punti e il Topix lo 0,2% a 1.651,48 punti. Sulla piazza finanziaria giapponese ha prevalso oggi la prudenza. La situazione della Grecia è sempre più critica. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha deciso ieri di sospendere le trattative tecniche con il governo greco, a causa di "ampie divergenze" su gran parte dei temi chiave. Gli investitori non hanno inoltre voluto esporsi troppo, in vista della riunione del comitato esecutivo della Fed, in programma la prossima settimana. I farmaceutici hanno beneficiato dei timori legati all'aumento dei casi di Mers. Astellas Pharma ha guadagnato l'1,4%, e Sumitomo Dainippon Pharma lo 0,8% e Daiichi Sankyo lo 0,9%. Toyota ha guadagnato lo 0,9%. Il gruppo automobilistico ha annunciato di voler costruire tre nuovi impianti in Michigan. Dal punto di vista tecnico, dal settimanale notiamo che le quotazioni dopo aver raggiunto un nuovo massimo assoluto a 125,90, area testata l’ultima volta nel 2002; nell’ultima settimana hanno iniziato a muoversi gradualmente verso il basso (vedi grafico giornaliero) fino a raggiungere l’ultimo minimo a 122,45 nella seduta di mercoledì, per poi apprezzarsi giovedì e chiudere la settimana a 123,38, disegnando un classico movimento di correzione dopo il primo impulso ribassista iniziato dai massimi di periodo. Molto probabilmente la prossima settimana potremmo assistere alla formazione della terza gamba del trend di breve periodo, con una estensione al ribasso, la quale in caso di rottura del supporto a 121,84 potremmo avere un movimento short più incisivo.
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GBP/USD

Il cable dopo tre settimane di ribassi, ritorna a salire nell’ultima ottava, facendo svanire quello che molti analisti attendevano ovvero la continuazione della terza fase di estensione ribassista, dopo aver concluso il primo impulso short e successivamente la seconda fase di correzione. Probabilmente con l’ultima ottava rialzista di ben 4 figure, che chiude la settimana a 1,5560 al di sopra il supporto posizionato a 1,5476; la coppia non è ancora pronta ad intraprendere un nuovo movimento verso il basso. Al momento, le indicazioni fornite sia leggendo il grafico weekly che daily chart, non ci permettono di identificare una direzione univoca, ovvero non si riesce a capire se la major vuole continuare il suo movimento ribassista di lungo periodo iniziato dai minimi del 6 luglio del 2014 oppure vuole intraprendere un nuovo trend verso l’alto; tale situazione è confermata anche dalla posizione che assumono sul weekly chart le due medie mobili esponenziali a 21 e 34 periodi che hanno un direzione pressochè piatta. Se invece, andiamo ad analizzare quello che potrebbe succedere nel breve periodo, notiamo che il giornaliero al momento evidenzia un mini tendenza rialzista, con il supporto posizionato a 1,5476 che funge da spartiacque tra nuovi movimenti rialzisti e ribassisti. Al momento, in virtù dello stato di indecisione in cui si trova la major sui due time frame analizzati, e consigliabile attendere informazioni più attendibili da parte dell’azione del prezzo.

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EUR/CAD

Sul giornaliero della coppia in oggetto abbiamo un interessante situazione da monitorare nei prossimi giorni. In pratica il movimento dei prezzi delle ultime settimane hanno formato una classica figura testa e spalle rovesciata con indicazione di un probabile nuovo movimento rialzista nelle prossime sedute. La figura con il ritracciamento di venerdì 5 giugno verso la neck line si è completata. Le quotazioni hanno ritestato diverse volte la neck line nelle ultime sedute. A questo punto non resta che attendere nelle prossime sedute la rottura definitiva della resistenza posizionata a 1,3882 con una indicazione long da parte dell’azione del prezzo.

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EUR/JPY

Sul daily chart del rapporto di cambio tra la moneta unica e lo yen giapponese, nonostante siamo in un evidente trend rialzista, l’azione del prezzo nelle ultime giornate ci ha fornito indicazioni che molto probabilmente nelle prossime sedute potremmo assistere ad ritorno alle vendite. Tali indicazioni ci vengono fornite sia dalla shooting star di giovedì 4 giugno, con falsa rottura della resistenza a 140,10; e sia dalle successive candele, che seppure hanno un movimento non tanto lineare, stanno spingendo le quotazioni della coppia al ribasso. Il movimento ribassista del 10 giugno, ha fatto partire l’operazione che al momento è in perdita momentanea di 20 punti. Di seguito i set up di ingresso a mercato. Sell Stop: Entry point 138,80; Stop Loss 141,10; Tp1 137,90; Tp2 134,40
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