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L’S&P 500 continuerà a brillare? Questi pattern di marzo lasciano presagire altri ritorni positivi

Pubblicato 05.03.2024, 13:55
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
  • In questo articolo, parleremo di due indicatori storicamente affidabili per l’S&P 500, che prospettano una performance positiva.
  • Inoltre, vedremo come i recenti sviluppi del Dow Jones stiano mettendo alla prova una convinzione degli investitori.
  • E poi, scopriremo i titoli con il maggiore potenziale di trainare al rialzo il Dow Jones quest’anno.
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  • Marzo potrebbe vedere l’S&P 500 continuare a registrare rialzi, secondo i pattern storici. Questi trend si sono dimostrati corretti molte volte in passato, ma solo il tempo dirà se continueranno ad essere indicatori affidabili.

    I due pattern storici sono i seguenti:

    • Innanzitutto, quando l’S&P 500 è salito a novembre, dicembre, gennaio e febbraio, non è mai sceso nei 12 mesi successivi. A marzo, il ritorno medio è stato del 2,1%. Nei 10 mesi seguenti, il ritorno medio è stato +14,9%, mentre per i 12 mesi successivi è stato +17,4%.
    • Inoltre, quando l’S&P 500 è salito a gennaio e febbraio, è salito 27 volte su 28 dal 1950 nei 12 mesi seguenti. A marzo, il ritorno medio è stato +1,40%. Nei 10 mesi seguenti, il ritorno medio è stato +12,2%, mentre per i 12 mesi successivi è stato +14,80%.

    Intanto, il Dow Jones apporta dei cambiamenti

    Il Dow Jones sta apportando dei cambiamenti. Amazon (NASDAQ:AMZN) sostituisce Walgreens (NASDAQ:WBA) e Uber (NYSE:UBER) prende il posto di JetBlue (NASDAQ:JBLU).

    Evolution

    Walgreens viene silurato per la deludente redditività, essendo crollato del 58,22% da quando è entrato nell’indice. Al contrario, Amazon è schizzato del 178.602% dal debutto sul mercato e dall’inclusione nell’indice.

    Si crede che entrare in un indice avvantaggi i titoli, mentre uscirne li danneggi. L’idea è che quando un titolo entra in un indice importante, i fondi a gestione passiva che replicano l’indice devono comprarne le azioni per mantenere un’accurata replica della performance. Al contrario, quando un titolo esce, i fondi non sono più obbligati a comprare le azioni.

    Tuttavia, questo ragionamento non sempre si è dimostrato corretto. Ad esempio, l’ultima volta che il Dow Jones ha visto dei cambiamenti è stato quattro anni fa, con Salesforce (NYSE:CRM) che ha rimpiazzato Exxon Mobil (NYSE:XOM). Da allora, le azioni di Exxon Mobil hanno visto un ritorno annuale di +36%, rispetto a +9% di Salesforce.

    Esaminando uno studio di Jeremy Siegel e Jeremy Schwartz, le compagnie che sono uscite dall’S&P 500 (1957-2003) hanno avuto una performance superiore, in media, a quelle che sono entrate. Trend simili si osservano nei titoli usciti dall’indice Russell 2000 (1979-2004) rispetto a quelli entrati.

    In realtà, la logica dietro ai cambi degli indici non è sempre valida. Quindi, bisogna essere cauti ad ipotizzare che questa regola valga sempre.

    Quali titoli del Dow Jones possono trainare i guadagni quest’anno?

    Wall Street ha una lista di titoli che potrebbero far salire il Dow Jones quest’anno.

    Ecco i titoli che contribuiranno di più al rialzo del Dow Jones quest’anno insieme al peso nell’indice:

    • UnitedHealth (NYSE:UNH) +16%
    • Microsoft (NASDAQ:MSFT) +14%
    • Boeing (NYSE:BA) +28%
    • McDonald’s (NYSE:MCD) +11%
    • Amazon +17,5%
    • Chevron (NYSE: Chevron) (NYSE:CVX) +17%
    • Goldman Sachs (NYSE:GS) +6,5%
    • Amgen (NASDAQ:AMGN) +9%

    Nikkei 225: l’indice può continuare il rialzo storico?

    Ci sono voluti più di tre decenni, ma il Nikkei 225 è finalmente riuscito a segnare massimi storici e infrangere i record segnati nel dicembre 1989. L’indice ha superato il livello di 40.000 per la prima volta nella storia.

    Nikkei 225 Price Chart

    Notiamo che al suo picco nel 1989, il Giappone aveva un indice CAPE di 78, che lo rendeva una bolla, rispetto a un CAPE di 18 per il mercato azionario statunitense all’epoca.

    Mesi fa, Warren Buffett aveva già espresso il suo interesse nel mercato azionario nipponico aumentando la sua partecipazione del 5% in queste cinque compagnie:

    Performance del mercato azionario finora nel 2024:

    Ecco come si piazzano i principali indici azionari mondiali finora nel 2024:

    Sentiment degli investitori (AAII)

    Il sentiment bullish, ossia le aspettative che i prezzi dei titoli azionari saliranno nei prossimi sei mesi, è salito al 46,5% e resta sopra la sua media storica del 37,5%.

    Il sentiment bearish, ossia le aspettative che i prezzi dei titoli azionari scenderanno nei prossimi sei mesi, è sceso al 21,3% e resta sotto la sua media storica del 31%.

    ***

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    Nota: L’autore non possiede nessuna di questi asset. Questo contenuto ha uno scopo puramente educativo e non può essere considerato un consiglio di investimento.

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