Il 2022 si appresta a chiudere la sua prima metà con un atteggiamento nettamente negativo. Stando alla storia, quello registrato è il quarto peggior inizio di anno. Ad eccezione delle materie prime, le altre classi di attivo hanno trovato difficoltà nel sorreggere le proprie quotazioni.
Gli investitori si sono ritrovati nel mezzo di un fuoco incrociato caratterizzato da:
- Rialzo dei tassi (che ha svalutato il nominale delle obbligazioni)
- Sentiment negativo sulle borse
- metalli preziosi in una fase di stagnazione (ad eccezione del primo trimestre)
E con l’inflazione tra i principali driver economici, anche la liquidità è stata “colpita” rendendo la scelta di un “profilo prudente” comunque penalizzante (anche se meno rispetto ad un atteggiamento più aggressivo).
Ma cosa aspettarsi nella seconda metà dell’anno?
I mercati sono delle “discount machine” spesso si muovono con anticipo, soprattutto rispetto ad alcuni indicatori economici, prezzando uno scenario futuro (positivo o negativo che sia). Oggi, questo sentiment dove è rivolto? Al rialzo o ancora al ribasso?
Secondo la mia opinione, i mercati iniziano a guardare oltre i problemi attuali. Ad esempio, osservando la fiducia dei consumatori (fortemente correlata con le borse) è possibile notare che siamo prossimi ai minimi del 2009. Un livello storicamente importante che funge come “punto di controllo” per l’economia.
Anche l’osservazione della forza relativa tra oro e azioni (spesso proxy del rischio) inizia a dare segni di cedimento, ovvero, in termini comparativi l’oro perde spinta rispetto alle stocks (pur mantenendo una posizione di fondo positiva).
Inoltre importanti ostacoli tecnici si pongono di fronte al ratio di forza che vede nel livello 0,54 una resistenza da cui le azioni possono ritrovare vigore.
Tuttavia è bene non lasciarsi prendere dall’entusiasmo. La presa della media mobile da parte del prezzo (che diverrebbe indice di una buona compiacenza) è ancora piuttosto lontana. Come spesso accade, inoltre, la speculazione tende ad accelerare il passo, proprio verso la fine di un movimento ribassista.
Se i mercati stanno cercando un punto di controllo per formare un’area di minimo (e secondo me è così) potrebbe essere necessario passare, ancora una volta, per la volatilità prima di vedere un quadro tecnico impostato al rialzo.