L’occupazione Usa si conferma in solida ripresa, con un dato (non farm payroll) largamente superiore alle attese e con un tasso di disoccupazione al 5%, nuovi minimi dal 2008. Si va quindi materializzando il primo aumento dei tassi USA a dicembre, come a più riprese confermato da vari esponenti FED.
Sull’uscita dei dati, venerdì scorso Il dollaro si è ulteriormente rafforzato e la reazione degli indici europei è decisamente più brillante di quelli USA, che chiudono comunque in rialzo e ad un passo dai massimi storici. Vedremo da lunedì la reazione dell’Asia.
Il trend rialzista è quindi nel complesso proseguito, seppure con fatica durante la settimana. Ora che i principali indici sono su resistenze rilevanti e con gli oscillatori in area di ipercomprato di breve, aumenta notevolmente la probabilità di che si verifichi qualche ritracciamento nelle prossime giornate, prima di eventuali nuovi rally.
USA: riflettori sul Nasdaq, unico indice tra i principali ad aver aggiornato i massimi annuali ed ormai vicinissimo ai suoi massimi storici del 2000. Contribuisce anche l’ottima trimestrale di Facebook, che aggiorna a sua volta i massimi. Lo S&P 500 per il momento ancora poco sotto il precedente picco, vedi qui per una analisi sul mensile
Europa: indice PMI Europa in lettura finale poco sotto le attese, ancora deboli dati sulla produzione industriale tedesca, -1,1% a settembre. Si chiude nel complesso in positivo (con l’eccezione di Grecia e UK), da segnalare la debolezza relativa di Italia e Spagna. L'indice Dax che raggiunge un primo livello critico, una forte resistenza statica e dinamica: gli 11.000 punti. In caso di arretramenti, il primo supporto rilevante nel breve a 10500 punti, dove vi è un gap sul giornaliero che potrebbe essere chiuso prima di possibili nuove estensioni rialziste
Italia: L'indice FTSE MIB chiude a 22.500, in modesto rialzo dello 0,4% grazie alla giornata di venerdì. Indice che ha perso brillantezza nelle ultime settimane, necessario un apporto più consistente dei bancari per vedere nuovi sprint. I 23.000 punti costituiscono sempre un livello importante da superare prima di tentare nuovi massimi. A 21500 punti il primo supporto a sostegno (anche qui un gap sul giornaliero). Da notare l’assenza ancora di un segnale long (incrocio con la media) sull’MACD, invece presente sul DAX
Asia: ottimo recupero di Shangai (+6,1%) che termina poco sotto area 3600, area di forti resistenze. Risale ad ottobre l’indice PMI composito, pur rimanendo sotto i 50 punti. Decisamente meglio la parte servizi rispetto al manifatturiero. Alleggerita la precedente forte pressione ribassista, ma non vi sono ancora chiari segnali di una duratura ripresa del rialzo.
In Turchia Erdogan conquista il 49% dei voti e la maggioranza dei seggi, assicurando quella stabilità sempre tanto gradita ai mercati finanziari. Dopo il risultato elettorale apertura in forte rialzo su una importante resistenza per l'ISE100 , poi tutta la settimana in discesa. Da valutare a mio avviso solo alla rottura dei massimi settimanali (84.400 punti).
Metalli: tutti in forte ribasso, senza eccezioni, sulla rinnovata forza del dollaro. Oro in caduta libera, di nuovo in prossimità dei recenti minimi pluriennali. Attenzione perché ci stiamo avvicinando a livelli potenzialmente molto interessanti sui grafici di lungo periodo.
Analoga situazione per il Rame, che ha quasi negato i potenziali segnali di recupero delle scorse settimane
Agricoli: poco da segnalare sugli agricoli, che rimangono deboli con l’eccezione dello Zucchero, in forte rialzo negli ultimi due mesi. Nuovi massimi di periodo in settimana e poi prime decise prese di profitto, con i prezzi che hanno quasi raggiunto un primo livello importante di resistenza. 13.50 i primi supporti importanti a sostegno di un possibile ulteriore recupero, fino al test pieno delle resistenze (16,25)
Energia: torna a scendere il Petrolio Greggio, non aiutano gli stock ancora in aumento in settimana. Prevale nel medio periodo l’andamento laterale tra 43 e 48 in un trend di fondo che rimane decisamente ribassista,
Eur/Usd: la coppia mostra il movimento più rilevante di questa settimana finanziaria, terminata con i dati positivi sull’occupazione USA. Dollaro che quindi si rafforza e chiude ad 1,0740, sotto quell’1.08 che finora aveva funzionato come supporto. Sempre più probabile ora il raggiungimento nel tempo di 1.03/1,05 (potenziali obiettivi di medio periodo), con 1,11 prima rilevante resistenza.
Riccardo Zarfati
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