Un saluto a tutti e ben tornati in questa rubrica dedicata alle mie analisi di mercato. L’appuntamento odierno è dedicato a un titolo operante nel settore del lusso e quotato a Piazza Affari: Moncler (BIT:MONC) SpA. Prima di entrare nel vivo dell’analisi come al solito vi ricordo che qualora aveste delle domande o semplicemente un’opinione da esprimere potete usare la sezione sottostante dei commenti, in cui possiamo interagire più attivamente. Potete anche sfruttare quello spazio per richiedere un’analisi su un titolo di vostro interesse qualora vi apprezziate il mio approccio all’analisi dei titoli (per non perdervi le mie analisi cliccando il pulsante “segui” riceverete una notifica nel momento di pubblicazione di un mio nuovo articolo). Inoltre di recente ho aperto un blog, i cui dettagli a riguardo sono presenti nel mio profilo Investing.
Come da premessa, oggi parliamo di Moncler SpA, nota società operante nel lusso fondata nel 1952 in Francia (a Monestier-de-Clermont). La società, di origine francese quindi, diventa italiana nel 1992 e nel 2003 il marchio viene acquistato dall’imprenditore Remo Ruffini. La quotazione sui mercati finanziari avviene nel 2013 e l’anno successivo il titolo viene inserito nell’indice italiano FTSE MIB. Ad oggi l’azienda ha una capitalizzazione di mercato di oltre 17 miliardi e ricavi per oltre due miliardi.
Per quanto riguarda i dati fondamentali, in particolare i numeri di bilancio, ciò che traspare è l’immagine di un gruppo aziendale solido e in costante crescita. Conto economico e stato patrimoniale mostrano stabilità finanziaria, un buon indice di liquidità e un buon rapporto di debito/capitale (al 31%). I margini societari sono buoni e gli indici di bilancio si presentano in linea con le società del settore della moda. Sempre in merito all’argomento dei dati societari, il 26 luglio 2023 verranno pubblicati i dati trimestrali. L’aspetto che mi ha spinto a parlare di questo titolo tuttavia è racchiuso nel suo grafico di borsa, e legato quello che i prezzi stanno disegnando nel corso delle sedute. Di seguito trovate il grafico su base giornaliera del titolo.
Il titolo è tornato a dei livelli di prezzo che non si vedevano da fine 2021, ma nello specifico, con quel periodo ci sono delle corrispondenze. Infatti, come evidenziato nel grafico, in tale area pure due anni fa si è verificata una reazione di respinta verso il basso con dei massimi decrescenti e la rottura del livello dei 60€ per azione. Attualmente ci troviamo di fronte ad una situazione similare: avvicinamento all’area dei 70€ e prezzi che disegnano massimi decrescenti. Allo stato dei fatti la soglia dei 60€ non è stata ancora superata al ribasso, tuttavia le pressioni sembrano in aumento (di fatto una figura del genere corrisponde a quella di un triangolo ribassista, in quanto i venditori aumentano sempre di più la loro pressione (massimi decrescenti) comprimendo i prezzi con conseguente rottura dell’area di supporto). L’RSI non mostra divergenze, ma segue i prezzi, mostrando un grado di bontà dei ribassi da tenere in considerazione. Da questi livelli il primo obiettivo ribassista è sicuramente rappresentato dal numero tondo (spesso soglia psicologica) dei 60€, ma in caso di rottura potremo vedere dei ribassi che si estendono fin anche in area 52€/53€ per azione (a 52,07€ passa il livello di 0.5 di Fibonacci). Per concludere cerchiamo di estrarre dei dati aggiuntivi dalla statistica, quindi dalla stagionalità. Guardando ai dati statistici luglio si prospetta un mese di aumento dei prezzi ma con una precisione piuttosto bassa, invece per agosto e settembre le performance sono di segno negativo, in particolare ad agosto (mese peggiore per il titolo) e potrebbero continuare con buone probabilità anche a settembre ma con minor pressione ribassista. I rialzi potrebbero tornare sul titolo solo a novembre. Questa lettura permette di rafforzare la possibilità di assistere ad una rottura al ribasso del livello supportivo dei 60€. Prima di chiudere faccio una puntualizzazione per i più attenti: quando parlo di stagionalità a 10 anni, essendo la società quotata dal 2014, lo storico mi permette di avere 10 volte i mesi da gennaio a giugno, mentre da luglio a dicembre la statistica si basa in effetti su quei mesi dal 2014 al 2022 quindi solo 9 (quindi da luglio 2014 a luglio 2022, ovvero 9 mesi di luglio).
L’analisi si chiude qui, vi ricordo di dare un occhio al mio blog se volete altre analisi e riflessioni che qui su Investing.com non pubblico. Buona giornata e buon trading!
Disclaimer: il presente articolo non ha alcuna finalità di consulenza finanziaria e non rappresenta un consiglio su come investire o disinvestire i propri soldi. La consapevole valutazione dell'investitore non può essere in alcun modo sostituita, alla luce del personale profilo di rischio e della possibilità di perdere il proprio denaro.