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Mussari, punta di un iceberg

Pubblicato 23.01.2013, 08:05
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STLAM
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La vicenda dell’operazione denominata “Alexandria” che ha portato ieri alle dimissioni il Presidente dell’ABI Giuseppe Mussari in quanto Presidente anche della Banca MPS nel periodo in cui si svolse l’operazione incriminata , è a mio avviso sintomatica di un comune e disinvolto modo di amministrare, anche da parte dei più alti dirigenti, in questo caso bancari, del sistema Italiano.

Esaminando questa vicenda, in cui il massimo dirigente del più antico Istituto Bancario Italiano, effettua senza esporla regolarmente e sin da subito in bilancio, una operazione di ricopertura del debito, per quanto essa possa essere discutibile dal punto di vista del rischio assuntosi, induce a riflettere su quale livello di insofferenza e di avversione alle regole, sia ormai stato raggiunto, anche dalla dirigenza delle grandi imprese, ma non solo, nel nostro Paese.

Perché’ ? viene da chiedersi, perché un alto dirigente cerca scorciatoie e sotterfugi per effettuare una legittima operazione?

Qual è la molla che può far scattare questo tipo di comportamento se non, appunto, l’insofferenza alle regole, che vengono spesso silentemente considerate soverchianti ed inadeguate, se non addirittura vessatorie.

E subito viene da ricordare quale sia stata e continui tuttora ad essere, ad esempio, la stizzita reazione di Fiat e del suo AD Marchionne , all’obbligo impostole con la sentenza di un Tribunale, di reintegro di alcuni dipendenti che, a dire dell’azienda, avevano assunto inaccettabili comportamenti all’interno della fabbrica.

La considerazione che si possa, in un periodo di profonda crisi dell’economia, far finta di niente e continuare a considerare e a regolamentare le aziende esattamente come si è fatto quando, invece, le cose andavano per il meglio, appare sempre più anacronistica e fuori dalla realtà.

In una economia “di guerra” come l’attuale, si dovrebbe tendere, indipendentemente dal proprio credo politico, comunque a proteggere e preservare le attività che rimangono qui e continuano a dare lavoro.

Prescindendo quindi dalla vicenda specifica, credo che si dovrebbe apprezzare l’impegno che molti imprenditori profondono nelle loro imprese “nonostante tutto“, nonostante tassazione predatoria , regolamentazione vessatoria, burocrazia esasperante e costi dei servizi fuori mercato.

Le regole, ben inteso, sono assolutamente necessarie, ma è indispensabile altresì che siano contestualizzate ed adeguate alla reale situazione che vanno , appunto, a regolamentare.

Auguriamoci di poter presto godere di un nuovo contesto normativo nel quale ci si possa sentire garantiti e protetti dalle regole e non vessati e depredati dei propri guadagni.

Sarebbe questo il miglior e più efficace modo di dare il via ad una possibile ripresa del'iniziativa privata, a tutto favore del comune benessere economico.


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