“I mercati premiano chi sa affrontare l’incertezza con visione e adattamento.” (Ray Dalio)
Le borse europee hanno chiuso la seduta di giovedì in rialzo, con lo STOXX 600 in aumento dell’1%, toccando un massimo di cinque settimane. Il FTSE 100 (+1,1%), il DAX (+0,4%) e il CAC 40 (+2,1%) hanno segnato performance positive, mentre il FTSE MIB ha1 registrato un rialzo più contenuto (+0,48%) ma tornando sui livelli di fine 2007. Tra i settori, il lusso e la tecnologia hanno sovraperformato, mentre il real estate e le telecomunicazioni hanno mostrato debolezza. Negli Stati Uniti, gli indici principali hanno chiuso per lo più in calo: il Dow (-0,16%), l’S&P 500 (-0,21%) e il Nasdaq (-0,89%). Nonostante il ribasso odierno, i mercati americani hanno beneficiato di un recente rally, ierila seduta migliore dall’elezione di Trump, grazie ai dati sull’inflazione core più bassi del previsto, che hanno portato a una decisa discesa nei rendimenti obbligazionari sotto il 5%. L’attenzione degli investitori rimane focalizzata su una possibile politica monetaria più accomodante, con il membro della Fed Waller che ha accennato a un possibile taglio dei tassi nella prima metà dell’anno.
Il dollaro al centro
Le dichiarazioni di Scott Bessent, candidato alla carica di Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, durante l’audizione al Senate Banking Committee, hanno fornito ulteriori spunti. Bessent ha ribadito che il dollaro statunitense deve mantenere il suo ruolo di valuta di riserva globale e ha difeso l’uso dei dazi come strumento per correggere pratiche commerciali scorrette e negoziare vantaggi economici. Ha minimizzato l’impatto economico dei dazi, sottolineando che eventuali “aggiustamenti di prezzo” verrebbero assorbiti gradualmente. Bessent ha inoltre avvertito che la mancata estensione dei tagli fiscali di Trump potrebbe causare un arresto improvviso dell’economia. Sul fronte internazionale, ha sostenuto un inasprimento delle sanzioni contro la Russia, in particolare nel settore petrolifero, mentre ha promesso che i benefici di sicurezza sociale e Medicare non verranno toccati.
No landing?
Sul fronte macroeconomico, i dati di mercoledì sull’inflazione negli Stati Uniti hanno mostrato un ulteriore rallentamento, stimolando un rally azionario e un calo dei rendimenti obbligazionari, con i Treasury decennali che hanno perso quasi 15 punti base. Le materie prime hanno reagito positivamente, con il petrolio che ha superato gli $80 al barile nonostantela tregua in Medio Oriente. Secondo Krishna Guha di Evercore, il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo rafforza la narrativa di un possibile doppio taglio dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno, mantenendo aperta l’ipotesi di una prima mossa già a marzo. Questo miglioramento nel sentiment ha cancellato le perdite del nuovo anno, con l’S&P 500 in rialzo di circa il 2% nella giornata di ieri, segnando la miglior performance giornaliera dall’ultima elezione presidenziale americana. Gli investitori restano attenti ai prossimi sviluppi economici e geopolitici, cruciali per definire le strategie d’investimento nei mesi a venire. Le trimestrali statunitensi in uscita in questi giorni rafforzano l’aspettativa di un no landing.
Le borse europee hanno chiuso la seduta di giovedì in rialzo, con lo STOXX 600 in aumento dell’1%, toccando un massimo di cinque settimane. Il FTSE 100 (+1,1%), il DAX (+0,4%) e il CAC 40 (+2,1%) hanno segnato performance positive, mentre il FTSE MIB ha1 registrato un rialzo più contenuto (+0,48%) ma tornando sui livelli di fine 2007. Tra i settori, il lusso e la tecnologia hanno sovraperformato, mentre il real estate e le telecomunicazioni hanno mostrato debolezza. Negli Stati Uniti, gli indici principali hanno chiuso per lo più in calo: il Dow (-0,16%), l’S&P 500 (-0,21%) e il Nasdaq (-0,89%). Nonostante il ribasso odierno, i mercati americani hanno beneficiato di un recente rally, ierila seduta migliore dall’elezione di Trump, grazie ai dati sull’inflazione core più bassi del previsto, che hanno portato a una decisa discesa nei rendimenti obbligazionari sotto il 5%. L’attenzione degli investitori rimane focalizzata su una possibile politica monetaria più accomodante, con il membro della Fed Waller che ha accennato a un possibile taglio dei tassi nella prima metà dell’anno.
Il dollaro al centro
Le dichiarazioni di Scott Bessent, candidato alla carica di Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, durante l’audizione al Senate Banking Committee, hanno fornito ulteriori spunti. Bessent ha ribadito che il dollaro statunitense deve mantenere il suo ruolo di valuta di riserva globale e ha difeso l’uso dei dazi come strumento per correggere pratiche commerciali scorrette e negoziare vantaggi economici. Ha minimizzato l’impatto economico dei dazi, sottolineando che eventuali “aggiustamenti di prezzo” verrebbero assorbiti gradualmente. Bessent ha inoltre avvertito che la mancata estensione dei tagli fiscali di Trump potrebbe causare un arresto improvviso dell’economia. Sul fronte internazionale, ha sostenuto un inasprimento delle sanzioni contro la Russia, in particolare nel settore petrolifero, mentre ha promesso che i benefici di sicurezza sociale e Medicare non verranno toccati.
No landing?
Sul fronte macroeconomico, i dati di mercoledì sull’inflazione negli Stati Uniti hanno mostrato un ulteriore rallentamento, stimolando un rally azionario e un calo dei rendimenti obbligazionari, con i Treasury decennali che hanno perso quasi 15 punti base. Le materie prime hanno reagito positivamente, con il petrolio che ha superato gli $80 al barile nonostantela tregua in Medio Oriente. Secondo Krishna Guha di Evercore, il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo rafforza la narrativa di un possibile doppio taglio dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno, mantenendo aperta l’ipotesi di una prima mossa già a marzo. Questo miglioramento nel sentiment ha cancellato le perdite del nuovo anno, con l’S&P 500 in rialzo di circa il 2% nella giornata di ieri, segnando la miglior performance giornaliera dall’ultima elezione presidenziale americana. Gli investitori restano attenti ai prossimi sviluppi economici e geopolitici, cruciali per definire le strategie d’investimento nei mesi a venire. Le trimestrali statunitensi in uscita in questi giorni rafforzano l’aspettativa di un no landing.