Buongiorno ai lettori di Investing.com.
Ore 20, la parola alla FED. Il FOMC prenderà la propria decisione sui tassi e fornirà indicazioni sulla futura politica monetaria. Seguiremo con particolare attenzione la conferenza stampa del presidente della Fed Jerome Powel, fissata per le 20:30 ora italiana, perché quello sarà realmente il momento della verità. Dopo le recenti dichiarazioni da “colomba”, la probabilità di un rialzo dei tassi si attesta attorno al 70% (secondo i futures sui Fed Funds), ma qualora non dovesse accadere nulla potrebbe essere un grosso shock per i mercati. La massiccia spinta deflazionistica a causa del deprezzamento delle materie potrebbe rappresentare l’appiglio ideale per bloccare l’ultimo rialzo dei tassi di quest’anno, ma un eventuale passo indietro potrebbe essere interpretato come un sottomettersi ai voleri del Presidente Trump.
Nelle ultime settimane, questo va detto, è cresciuta esponenzialmente la paura di un generale rallentamento dell’economia globale. Gli Stati Uniti non sono immuni, visto che in alcuni settori (ad esempio quello immobiliare) sono comparse delle crepe. Non solo, con l’andamento delle materie prime anche le aspettative di inflazione sono state significativamente ridotte. Questo ha fatto scendere i rendimenti dei titoli di stato ed anche l’equity. Proiettandoci al 2019 sappiamo che la FED aveva indicato, nell’ultima conferenza stampa, 3 rialzi dei tassi ma oggi potrebbero essere annunciate novità.
Wall Street ha chiuso la sessione di martedì quasi piatta: lievi guadagni sul Dow, ma l'S&P 500 restava pressoché invariato a 2546 punti. I futures hanno registrato un rimbalzo del + 0,5%, ma per i mercati asiatici non è stato abbastanza e difatti hanno messo a segno ulteriori perdite (Nikkei -0,6%, Shanghai Composite -1,0%). Al momento i listini europei sono in fase di lateralità mentre per quanto riguarda il Forex abbiamo un euro piuttosto tonico rispetto a tutte le altre valute. Nelle materie prime crescono leggermente oro e argento, mentre il petrolio greggio, dopo il crollo di ieri, sta cercando disperatamente un sostegno.
Oltre alla FED, attenzione ad altri dati molto importanti. L'inflazione del Regno Unito, ad esempio, alle ore 10:30 dovrebbe mostrarci un dato complessivo in calo +2,3% (da +2,4%), mentre il CPI core dovrebbe scendere a +1,8% (da +1,9% di ottobre). Avremo poi altri dati sul mercato immobiliare USA e le scorte di petrolio per le quali si prevede – dopo i prelievi in crescita delle ultime 2 settimana – un ulteriore prelievo di 2,5 milioni di barili (-1,2 milioni di barili la scorsa settimana). I distillati dovrebbero crescere di + 0,8 milioni di barili (-1,5 milioni la scorsa settimana) e le scorte di benzina dovrebbero aumentare di +1,5 milioni (+2,1 milioni la scorsa settimana).