Bentornati all’appuntamento del Lunedì con l’Outlook sul Ftse Mib Index: la situazione rimane piuttosto stabile all’interno del trading range ampiamente atteso. Nonostante due eventi piuttosto significativi come la riunione della BCE e le dichiarazioni di Mario Draghi, nonché il discorso di insediamento di Donald Trump, i principali indici sono rimasti in un contesto di laterale/rialzista senza introdurre chiari segnali circa la futura evoluzione delle quotazioni. Vediamo un grafico daily del nostro indice, aggiornato alla chiusura di Venerdì scorso:
Come si può facilmente rilevare, siamo rimasti all’interno di zona 19800-19000 e la stessa chiusura di Venerdì scorso si è assestata appena sopra il 50% di questo range, in una zona di fondamentale equilibrio tra compratori e venditori. In quest’ottica, vorrei riproporre il grafico che ho mostrato nell’articolo precedente, poichè in contesti del genere, l’analisi della volatilità risulta spesso illuminante:
Nella mia trattazione precedente, facevo notare come, con l’Historical volatility su valori intorno a 0.160, il nostro Ftse Mib tendesse a produrre storni più o meno marcati, a sottolineare come la volatilità su livelli bassi rappresentasse una sorta di alert che diffidasse il trader attento dall’effettuare operazioni d’acquisto aggressive, su livelli prossimi a resistenze strategiche. A questo fine vorrei mostrare anche una tabella, così da allargare il discorso ad altri indici internazionali, particolarmente rilevanti:
In questa tabella, è possibile notare come i 4 indici internazionali considerati, quotino ad una distanza piuttosto limitata da possibili target rappresentati da prezzi psicologici importanti (distanza che spazia dal 5.73% dell’S&P all’1.01% del Dow Jones), così come risulti semplice rilevare come il range medio delle ultime 21 sedute sia nettamente inferiore al range tipico (ovvero media degli ultimi 5 anni) di tutti e 4 gli indici.
E’ ovvio che per tutti e 4 gli indici considerati, una compressione estrema della volatilità, rappresenti un alert circa una possibile correzione/inversione ribassista.
La domanda che dovrebbe porsi il trader è la seguente: “Cosa potrebbe succedere, se questi indici raggiungessero più o meno contemporaneamente i propri obiettivi di prezzo, a fronte di una volatilità estremamente bassa?”
La risposta mi pare ovvia: avverrebbe uno storno le cui dimensioni sarebbero tutte da valutare, ma che a mio avviso si aggirerebbe almeno nell’ordine di un 5/7% (almeno).
E’ altresì possibile che lo storno possa avvenire prima, proprio poiché la lunga estensione di questo rally rialzista, potrebbe aver aumentato la voglia degli operatori di distribuire parte degli utili incassati lungo questo periodo di trading range.
La prudenza è d’obbligo e lo storno, al massimo entro 3/4 settimane è destinato a palesarsi: ecco perchè in questo momento preferisco operare long solo e solamente in modalità intraday.
Considererò invece la possibilità di un trade ribassista multiday, solo in caso di contatti con le resistenze mostrate nella tabella precedente, magari corroborate da segnali di divergenza ottenibili mediante l’uso di indicatori/oscillatori.
Buon trading a tutti e appuntamento a Giovedì: sia per un nuovo articolo della rubrica Virtual Certificates Portfolio, che per il primo Webinar di questa rubrica (che si terrà dalle 18:00 alle 19:00, Giovedì 26 Gennaio).
Ricordo che tutti gli iscritti al mio sito riceveranno il link per partecipare a questo nuovo evento, in cui analizzerò la situazione dei diversi mercati, tracciando le linee guida della mia strategia per il mese successivo.