Il dollaro statunitense si mantiene al massimo di due mesi contro lo yen e contro le divise legate alle materie prime sulla scia dell'allentamento delle tensioni tra USA e Cina in un contesto che vede prevalere un certo appetito per il rischio.
Nei confronti dello yen, il dollaro USA sale al massimo dal 20 luglio a 112,40, dopo che la Bank of Japan ha lasciato invariati i tassi e ha ribadito la volontà di portare l'inflazione al 2%.
In rialzo anche le divise legate alle materie prime con il dollaro australiano al massimo di oltre tre settimane a 0,7255, mentre la sterlina inglese è in rialzo sulle speranze di passi in avanti nei negoziati per la Brexit in attesa dell'avvio del vertice informale europeo di Salisburgo.
Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, durante la conferenza Acpr sulla supervisione finanziaria ha dichiarato che “i progressi nel completamento dell'Unione bancaria sono essenziali e sono fiducioso che saranno presto intrapresi passi significativi in questa direzione”.
Inoltre Draghi ha aggiunto; “Per quanto la crisi finanziaria globale abbia esposto i punti deboli nella regolamentazione e nella vigilanza delle banche, nell'Unione europea tali debolezze sono state esacerbate dalla frammentazione”.
In Italia, Piazza Affari azzera il rialzo iniziale e scivola in territorio negativo, l'indice Ftse Mib arretra dello 0,12%.
Tra i titoli principali restano ben comprate Fca (MI:FCHA) con un progresso dell'1,75%, acquisti anche su Ferrari (MI:RACE), Brembo (MI:BRBI) e il comparto del lusso.
In Asia; Nikkei 225, + 1,2%, S&P/ASX 200 + 0,5%, Hang Seng + 1,4%; Shanghai Composite + 1,2%; Kospi + 0,1%.
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi
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