Studia il passato se vuoi prevedere il futuro.
Confucio
Spesso ci si pone un importante interrogativo che riguarda l’idoneità dei prezzi passati di prevedere ciò che avverrà nel futuro. E’ estremamente difficile però poter sviluppare previsioni senza fare riferimento agli avvenimenti del passato: ogni esperienza umana, tutto ciò che impariamo è fondato sul passato e se dovessimo fare congetture sul domani lo faremmo elaborando una corretta valutazione del vissuto.
E’ in questa ottica che per la previsione di un grafico o di una futura figura sarà necessario fare riferimento ai dati trascorsi. Non avendo l’uomo capacità divinatorie, è l’unico strumento tecnico in suo possesso: l’esperienza. Molti sistemi scientifici e previsionali si fondano sullo studio delle serie storiche: la meteorologia in primis ma anche la sismologia o la paleontologia poggiano i piedi su ciò che è accaduto in precedenza.
Se è interessante notare come queste critiche vengano rivolte solo all’analisi tecnica non si comprende il perché le stesse opinioni non vengano rivolte all’analisi fondamentale, giacché anche questa disciplina utilizza le medesime discriminanti.
L'uso dei prezzi passati per anticipare il futuro tramite l'analisi tecnica si basa su concetti di origine statistica. Probabilmente il problema nasce dal tema del metodo: se ci si ponesse responsabilmente la questione della capacità previsionale dell’analisi tecnica, ci si dovrebbe anche porre il problema della validità di ogni altra forma di previsione basata su dati storici, includendo quindi tutte le analisi economiche fondamentali. I dati storici, restano pertanto il miglior metodo per individuare il futuro.
Quando si utilizza un modello finanziario che richieda supposizioni circa le attività sottostanti, per cercarne un prezzo o per determinare il bilanciamento delle coperture contro le fluttuazioni future, ci sono due modi di individuare i valori: i dati storici o una visione personale data per istinto, esperienza o …ispirazione divina.
Il punto di vista personale difetta nell’uso di ipotesi che rendano un prodotto più attraente: in tempi cattivi il mercato potrebbe mettere in discussione la visione ottimistica mentre nel bel mezzo di bolle speculative il “sentiment” potrebbe essere troppo prudenziale.
I dati storici restano per ora, con i loro difetti, l’unico modo obiettivo per misurare il rischio. Alcuni sostengono che qualsiasi modello finanziario venga adoperato sarà fuorviante perché non è possibile prevedere il futuro.
Le attività di negoziazione hanno bisogno di un valore e il prezzo di un bene è una funzione dei suoi corrispettivi futuri attesi unitamente al rischio.
Così ogni volta che viene scambiato un bene si prende posizione sul suo valore futuro.
I mercati sono più liquidi quando c’è un consenso sui prezzi e rallentano quando non c’è accordo o se il credito diventa scarso.
I modelli di calcolo del rischio, sulla base dei dati storici, fluidificano i mercati finanziari e offrono agli operatori una guida obiettiva che essi possono utilizzare.
I dati storici e statistici sono probabilmente incompleti ma rimangono l’unico strumento corretto per misurarne la pericolosità o per fare ipotesi sul futuro.
Forse la migliore risposta sta nella frase pronunciata da Albert Einstein: “La distinzione tra passato, presente e futuro è solo una illusione ostinatamente persistente”.
Claudio Righetti
di r&t research