I mercati ribassisti hanno segnato una pagina importante nella storia della finanza, ma sembrerebbe che l’orso non abbia ancora terminato la sua caccia e stia sondando il terreno per nuovi ribassi.
La settimana appena trascorsa è stata all’insegna del toro. L’impostazione tecnica dei mercati globali, di fatti, suggerisce un possibile prosieguo della tendenza positiva, ma la ripresa dai massimi appare decisamente ardua.
E’ possibile che sul breve la compiacenza abbia la meglio fino a raggiungere la trendline, ma da quel punto in poi, gli ostacoli tecnici (e i fondamentali poco incoraggianti) potrebbero ritrovare la strada al ribasso.
Siamo davanti ad una trappola per tori?
Sembrerebbe lo scenario più plausibile. Se osserviamo il CLI, un indicatore fondamentale aggregato tipicamente anticipatore del ciclo economico, non riscontriamo alcuna fase di espansione, al contrario, il perdurare della contrazione fa presagire letture di recessione
Il VIX, tipicamente considerato l’indicatore della paura, non da segni di “cedimento” evidente; non c’è nulla (secondo la mia opinione) che faccia pensare ad un ritorno della normalizzazione su livelli di consueta “calma”. Sono possibili dei rintracciamenti, ma tutti contenuti all’interno della trendline.
L’area compresa tra i 32 ed i 36 punti, resta una resistenza importante da monitorare; fino ad ora ha respinto ogni tentativo di violazione.
L’oro e l’argento (entrambi espressi in euro) hanno ceduto terreno; il metallo biondo perde negli ultimi 3 mesi oltre il 3%, mentre l’argento oltre il 16%, dirottando le sue quotazioni sulla trendline di fondo. Una lettura negativa sui metalli preziosi (notoriamente poco correlati con le azioni durante le fasi di panico) incoraggia una visione positivista dei mercati, ma è mia opinione che entrambi i metalli non stiano affrontando una fase di distribuzione, ma di accumulazione. Le quotazioni mirano a nuovi massimi.
Siamo, dunque, in una trappola per tori? E’ possibile. Il mercato ribassista non ha ancora esaurito le sue energie e la situazione attuale rischia di trarre in inganno gli investitori meno esperti, che potrebbero tentare un ingresso di lungo periodo sul rimbalzo delle quotazioni azionarie, ma l’orso è ancora vivo e pronto a ferire di nuovo.