- In arrivo importanti decisioni sulla politica delle banche centrali, tra cui la Fed
- Nonostante le recenti buone notizie, degli aggiornamenti negativi su Omicron potrebbero ancora pesare sui mercati
I mercati probabilmente resteranno in modalità di attesa all’inizio della settimana di scambi, in vista delle informazioni che arriveranno dal vertice di politica monetariadella Federal Reserve, che terminerà mercoledì. Sebbene non sia previsto un aumento dei tassi, crescono le aspettative che, dopo i dati sull’inflazione di venerdì da cui è emerso l’aumento annuo maggiore dell’indice IPC USA dal 1982, la banca centrale dovrà accelerare il processo di inasprimento.
Dipenderà tutto dalle parole che userà il Presidente della Fed Jerome Powell per descrivere le prossime mosse della banca. Ciò probabilmente determinerà la sostenibilità dei nuovi massimi raggiunti da tre dei quattro maggiori indici USA venerdì: S&P 500, NASDAQ e Dow Jones.
Se Powell dirà chiaramente che la banca centrale intende accelerare l’inasprimento, ci saranno dei bruschi sell-off. Invece, se darà un aggiornamento più prudente, come in passato, dicendo che la Fed sarà paziente ed agirà lentamente (a prescindere che poi sia davvero così), gli investitori probabilmente spingeranno i titoli azionari ancora più su.
Notizie negative su tre fronti potrebbero pesare sui mercati
L’S&P 500 ha raggiunto una nuova chiusura record alla fine della settimana di scambi, non solo nonostante l’inflazione più alta di quasi 40 anni, ma anche dopo la notizia che, malgrado l’impennata del numero di casi di variante Omicron in Sud Africa, “i casi gravi sono limitati”.
Sebbene le aspettative su un’inflazione in aumento sembrino essere già state messe in conto dai mercati data la forte chiusura dell’azionario, brutte notizie su uno dei tre fattori (inflazione al massimo di quasi 4 decenni, inasprimento in corso ed eventuali sorprese su Omicron) potrebbero essere un cataclisma per i mercati, innescando una nuova frenesia degli investitori.
L’indice sulla volatilità (VIX) potrebbe aver raggiunto un bottom, segnale che il nervosismo degli investitori potrebbe stare aumentando di nuovo.
Un tema spinoso che gli investitori retail tendono ad ignorare è l’influenza dei Treasury sui titoli azionari. Se gli investitori continueranno a focalizzarsi sulla politica monetaria ignorando Omicron, i rendimenti dei Treasury, compresi quelli dei decennali, probabilmente saliranno, arraffando il capitale dai titoli ad alta valutazione. Al contrario, se l’ultima variante del COVID-19 si dimostrasse più dannosa di quanto si creda, gli investitori potrebbero abbandonare i titoli azionari e tornare a frotte sui Treasury, portando di conseguenza giù i rendimenti.
Tuttavia, gli investitori restano scettici sia su Omicron che sul ritmo degli aumenti dei tassi Fed. Si nota dal conflitto sul grafico giornaliero dei decennali. Gli investitori stanno lottando, tenendo i rendimenti sul filo del rasoio su un apice testa e spalle in atto da ottobre. Se il pattern dovesse completarsi, potrebbe rivelarsi essere la spalla destra di un testa e spalle da febbraio. Se il pattern più grande dovesse completarsi, potrebbe costringere i rendimenti a ritestare i minimi storici, registrati durante il famoso bottom del marzo 2020.
Il dollaro è sceso venerdì, insieme ai rendimenti, perché, come abbiamo detto, l’inflazione era già stata messa in conto.
L’USD si è mosso all’interno di un range che ha formato un pennant, che dovrebbe fornire un breakout al rialzo e riprendere il trend in salita di base.
L’oro, invece, è salito.
Il metallo prezioso potrebbe sviluppare o una flag ascendente (linee parallele nere in salita) o un pennant (linee rosse convergenti), suggerendo che un breakout al ribasso porterà giù il metallo giallo.
Il Bitcoin ha cominciato la settimana sulla difensiva, scendendo per la seconda settimana di fila ed estendendo il calo per la quinta settimana consecutiva, la discesa più lunga da inizio 2018.
La criptovaluta numero uno per market cap è scesa al di sotto della linea di trend in salita per la terza settimana di fila, facendo aumentare le probabilità di un calo continuo. Se il prezzo dovesse scendere sotto i 29.000 dollari, il token avrà completato l’apice più esagerato della storia del Bitcoin.
Sebbene i fan del BTC non possano neanche considerare un simile scenario, dopo che gli influencer ed alcuni analisti hanno parlato di 100.000 e 1 milione di dollari a token, è importante ricordare i tonfi precedenti. Anche se non stiamo dicendo che il Bitcoin non possa continuare a salire, data la sua propensione all’estrema volatilità, potrebbe altrettanto facilmente crollare.
Il greggio è salito venerdì. Tuttavia, tecnicamente, il prezzo della materia prima potrebbe essere sul punto di scendere.
Il grafico su 4 ore potrebbe stare sviluppando un apice testa e spalle inclinato verso il basso. Sul grafico giornaliero, sopra, il pattern del WTI non sta tenendo il passo con i massimi, il che potrebbe stare preparando il terreno per un enorme apice.