Molto positive le borse europee che trovano importanti rimbalzi dopo i cali dei giorni precedenti. L’economia driver regista un incremento di oltre 3 punti percentuali (Dax +3.07), e Piazza Affari va ancora meglio, con il listino di riferimento FTSE MIB che archivia un rialzo del 3.745. Andamento molto positivo anche quello di Wall Street. Il leggero rimbalzo del Petrolio Greggio e le condizioni di salute economica americana hanno un impatto positivo sui principali listini che chiudono la seduta decisamente al di sopra della parità (Dow Jones 0.90% - S&P +1.06% - Nasdaq +0.87%).
Il fermento per la politica monetaria americana ha rinfrancato anche il continente asiatico, visto attualmente come un area di rifugio dove investire i propri soldi per sottrarli alla probabile volatilità che si verrà a creare a ridosso della notizia. Il giapponese Nikkei guadagna il 2.61%, e l’Hang Seng in Cina fa meno bene ma mantiene il rialzo comunque sopra i due punti percentuali.
Il mercato valutario, a partire dal primo pomeriggio di ieri, è sembrato cominciare a scontare la probabile conferma di quanto atteso dalla FED. Il sentiment degli investitori, a favore di un aumento del tasso di interesse, ha aumentato la pressione rialzista sul dollaro che ha registrato un generale apprezzamento rispetto alle principali controvalute (Us Dollar Index +0.76). Il rapporto euro-dollaro è vicino alla soglia di 1.09 netti (EUR/USD -0.52%), mentre il Cable sembra avviarsi per tornare al di sotto di quota 1.5000 (Gbp/Usd -064%)
Il settore delle commodities ha registrato la seconda seduta positivo di seguito per il petrolio – un evento di questo tempi – che torna in maniera decisa sopra i 36 dollari al barile mostrando a fine seduta un convincente rialzo dell’1.36%. Per quanto riguarda l’Oro, la quotazione ha evidenziato una leggera flessione, derivante dall’apprezzamento del dollaro – effetto che non si è avuto petrolio per la già eccessiva svalutazione – flessione che ha portato il valore all’oncia pari a 1060 dollari (-0.39).
Sul fronte macroeconomico la giornata di ieri ha registrato e conferme dei valori attesi per gli indici dei prezzi al consumo, sia per il Regno Unito (IPP confermato allo 0.1%) che per gli Stati Uniti (IPP confermato al 2%). Nel vecchio continente, invece, l’indice ZEW ha mostrato una flessione, rispetto alle attese della fiducia degli investitori, elemento che dato una marginale spinta ribassista all’euro nella giornata di ieri.
L’agenda odierna si prospetta come un lungo percorso di dati economici, fino ad arrivare al momento più atteso delle ore 20:00, orario in cui la FED annuncerà le proprie scelte in materia di politica economica. Prima di quell’ora, sono attesi comunque dati fondamentali tra cui spiccano per importanza quelli relativi alla disoccupazione inglese – ore 10:30 –, l’indice dei prezzi al consumo europeo – ore 11:00 – e, dalle 14:30, diverse notizie per l’economia americana, che riguarderanno principalmente il settore edile
Andrea Cangiano
UCapital, Financial Advisor