Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
La paura sta tornando prepotentemente in scena.
Le politiche protezionistiche di Trump proseguono a ritmo serrato e la domanda che si pongono gli operatori è la seguente: dove potrà arriva? Domanda che è scaturita dopo che l'amministrazione USA ha incrementato le tariffe verso la Cina (il 10% su 200 miliardi di merci cinesi) dichiarando che sono pronti ad aumentarle ulteriormente in caso di eventuali ritorsioni asiatiche.
A questo punto la propensione al rischio è venuta meno e i mercati finanziari hanno preso una brutta piega.
Il problema è che la Cina non è un piccolo paese che si lascia intimorire tanto facilmente, stiamo parlando della seconda economia mondiale (e nel corso dei prossimi anni potrebbe diventare la prima).
La Cina, chiaramente, non ha la minima intenzione di tirarsi indietro e il modo in cui i cinesi reagiranno a quest'ultima escalation sarà fondamentale per capire quanto durerà l’avversione al rischio.
Durante la sessione asiatica abbiamo assistito allo spostamento di liquidità verso asset rifugio, in particolare verso lo Yen e contestualmente registriamo un calo dell’azionario.
I principali rendimenti obbligazionari sono calati e persino l'XAU/USD ha ripreso vigore. Il dollaro USA è sotto pressione, poiché esiste ancora la percezione che l'economia statunitense possa soffrire le tensioni commerciali (come peraltro ha sottolineato la FED), mentre i commenti di Raphael Bostic del FOMC (membro di Atlanta) hanno evidenziato come le dispute commerciali potrebbero ripercuotersi sulla crescita economica degli Stati Uniti.
Questo potrebbe significare che alla fine la Fed dovrà fermarsi a 3 rialzi, non più 4.
Questo potrebbe guidare le mosse degli operatori sino al prossimo meeting della FED.
Al di là delle guerre commerciali sarà interessante capire cosa dirà Mario Draghi dal forum dei banchieri centrali che si sta tenendo a Sintra.
Wall Street ha chiuso la sessione del lunedì al ribasso, con l’SP 500 -0.2% a 2774 punti, ma la preoccupazione è che i futures di Wall Street stanno perdendo circa l'1%.
Le azioni asiatiche sono state duramente colpite, con il Nikkei -1,5% e i mercati europei stanno seguendo la scia col DAX di nuovo sul supporto chiave di 12600 punti (non sottovalutate i rischi politici che stanno investendo la Germania).
Nel forex lo yen è in sovraperformance, mentre le valute più rischiose ( Aussie , Kiwi e Dollaro canadese ) sono tutti sotto pressione.
Nelle materie prime l’avversione al rischio sta aiutando l'oro a trovare supporto, mentre il prezzo del Future Petrolio Greggio WTI ha perso nuovamente terreno sulla guerra commerciale.
A parte Draghi, il calendario economico odierno sarà molto scarno proponendo più che altro dati del mercato immobiliare USA.