Anche se gli indici si spingono verso nuovi massimi storici, c’è la possibilità che possa emergere un calo maggiore, nonostante le recenti perdite innocue. La prima cosa da guardare sono i dati sull’ampiezza.
Nel caso del Percentage of Nasdaq Stocks Above the 50-day MA ($NAA50R) (la percentuale di titoli Nasdaq sopra la MA su 50 giorni), è tornata al supporto della linea di trend, ma i segnali tecnici a supporto mostrano inneschi “sell” di MACD, CCI, e +DI/-DI. Ulteriori perdite innescherebbero un breakdown.
Il Nasdaq Bullish Percents ($BPCOMPQ) ha raggiunto un picco al 58% e poi si è invertito con inneschi “sell” di MACD e CCI. Il massimo di luglio è stato caratterizzato da un picco simile, quindi dovremmo tenerci pronti a una replica.
Il Nasdaq Summation Index ($NASI) è già passato a una rottura del trend, con il MACD che sta per scendere al di sotto della linea media bullish.
Anche il CCI è alle prese con la sua linea media, con il rapporto tra il Summation Index e il Bullish Percents su un innesco “sell”.
Il grafico settimanale per il Nasdaq ha raggiunto una convergenza di supporto e resistenza e, sebbene la settimana non sia ancora finita, c’è un punto decisivo in arrivo che detterà l’andamento del resto dell’anno.
I segnali tecnici restano bullish. Gli stocastici, in particolare, non suggeriscono l’arrivo di un forte calo, ma è possibile qualcosa di simile all’estate del 2023.
Un altro indicatore di mercato da seguire è il Semiconductor Index ($SOX). La recente azione di prezzo indica una convergenza simile a un cuneo ascendente bearish. Il supporto per questo cuneo è vicino alla MA su 200 giorni, altro motivo per fare attenzione.
MACD, CCI e +DI/-DI sono tutti bearish. Se dovesse verificarsi una rottura al ribasso, mi aspetto che questo indice, cartina di tornasole economica, abbia effetti domino sul Nasdaq e sull’S&P 500.
Teniamo d’occhio l’andamento del Nasdaq e degli indicatori a supporto nelle prossime settimane. Non mi aspetto forti ribassi, ma potremmo dover aspettare un po’ di più prima che il Nasdaq (e il Russell 2000) si uniscano all’S&P a nuovi massimi.