In una seduta mista per l'Asia (a Tokyo il Nikkei 225 ha guadagnato lo 0,66%), le piazze cinesi si sono mosse, al ribasso, in scia alla decisione di Moody's Investors Service, che ha tagliato il rating sul credito sovrano di Pechino (da Aa3 ad A1) per la prima volta dal 1989, su aspettative che la solidità finanziaria del Paese si deteriori nei prossimi anni a fronte del debito in costante crescita e del rallentamento dell'economia.
Le perdite iniziali superiori all'1% si sono però azzerate nel corso della seduta e alla fine lo Shanghai Composite ha segnato un progresso seppure limitato allo 0,07% mentre lo Shanghai Shenzhen Csi 300 ha chiuso invariato. Ha fatto ancora meglio lo Shenzhen Composite, apprezzatosi dello 0,53% dopo il netto declino delle due precedenti sedute.
Anche Hong Kong ha virato in positivo al termine degli scambi: l'Hang Seng ha infatti guadagnato lo 0,10% (non riesce il recupero all'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, deprezzatosi dello 0,04%). In precedenza a Seoul il Kospi aveva registrato un progresso dello 0,24% a fine seduta.