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Tesla, Wall Street si prepara a ragionare sui numeri

Pubblicato 27.09.2022, 14:13
Aggiornato 05.03.2021, 16:55

Fra pochi giorni saranno diffusi i dati sulle vendite del terzo trimestre e per la società di Musk potrebbe essere un record. Ma i numeri non bastano: per giustificare le attuali quotazioni gli analisti vogliono rassicurazioni sulla carenza di chip e sui tempi di consegna

Il consensus si aspetta 350.000 vetture consegnate.

Con tutta probabilità Tesla (NASDAQ:TSLA) annuncerà domenica prossima, 2 ottobre, i dati relativi alle vendite di auto nel terzo trimestre. Con le azioni Tesla che continuano a viaggiare su un altro pianeta rispetto all’industria automotive, gli analisti attendono il dato con una certa trepidazione. I rialzisti cercano elementi aggiuntivi per giustificare un valore di Borsa di Tesla pari a 73 volte gli utili previsti per quest’anno e 52 volte quelli del 2023. Attualmente il P/E medio del Nasdaq è 22 volte e quello dell’S&P500 è 17 volte. I ribassisti non vedono l’ora di trovare qualcosa che indebolisca un titolo la cui performance dall’inizio dell’anno (-30%) è perfettamente in linea con l’andamento del Nasdaq.
TESLA E NASDAQ, ANDAMENTO DALL’INIZIO DELL’ANNO
tesla
Il consensus degli analisti prevede 350.000 vetture consegnate nel terzo trimestre. Secondo Barron’s questa cifra rappresenterebbe un nuovo record per la società di Elon Musk, che andrebbe a superare le 310.000 vetture consegnate nel primo trimestre del 2020, ultimo periodo prima del dilagare della pandemia da Covid.

Il caso Ford e la carenza di chip.

Al di là delle cifre grezze sul numero di auto vendute, gli interrogativi degli analisti in questo momento riguardano due argomenti: la catena delle forniture e i tempi di consegna delle vetture. Negli ultimi mesi il management di Tesla ha dato indicazioni positive, ma generiche, sul fatto che la carenza dei chip sarebbe in via di superamento. Dopodiché c’è stata la doccia fredda di Ford, che ha annunciato che nel terzo trimestre le resteranno 40-45mila auto non vendibili, perché incomplete a causa della mancanza di componenti.
Le indicazioni di Tesla sul tema supply-chain sono attese con particolare interesse e lo stesso vale per eventuali notizie sui tempi di consegna delle vetture.

In 12 mesi raddoppiata la capacità produttiva.


Negli ultimi 12 mesi la struttura produttiva di Tesla è notevolmente cambiata, con l’avvio delle due nuove fabbriche di Austin (Texas) e Berlino (Germania) e l’ampliamento dell’impianto di Shanghai. Di fatto, la capacità produttiva è quasi raddoppiata. Ma un dato importante sulla discesa dei tempi di attesa dei clienti può prestarsi a una doppia lettura, con gli analisti positivi sul titolo che segnaleranno la maggiore efficienza dell’azienda e gli analisti con visione ribassista che porranno il dubbio che non di miglioramento si tratti, ma di calo della domanda. Infatti, ancora non si sa come influiscono l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse sul mercato dell’auto, termica o elettrica che sia.
Finora Musk ha lavorato con grande energia per fare crescere il più rapidamente possibile la capacità produttiva di Tesla e riuscire a rispondere a una crescente domanda di veicoli elettrici. Se mai dovesse uscire un dato di produzione più alto del numero delle vetture consegnate, potrebbe essere un campanello d’allarme.

Previsti nel trimestre utili più che raddoppiati.


Probabilmente non si avranno risposte a questi quesiti prima della conferenza con gli analisti in cui Tesla annuncerà i dati finanziari del terzo trimestre, appuntamento ancora da fissare ma che probabilmente sarà nella seconda metà di ottobre.
Gli analisti si aspettano in media ricavi del terzo trimestre pari a 22,5 miliardi di dollari (+64% sullo stesso periodo del 2021) e un utile di 3,3 miliardi (+106%). Per l’intero 2022 il consensus prevede ricavi a 85,2 miliardi (+58%) e un utile di 12,6 miliardi (+129%).
Sono questi ritmi di crescita che giustificano gli astronomici multipli di Borsa di Tesla. Oggi l’azione Tesla vale 276 dollari e il target price medio degli analisti è 309 dollari, più alto del 12%.

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