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USD in calo in scia al consolidamento dei mercati azionari

Pubblicato 25.01.2016, 12:01
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Market Brief

Durante la seduta asiatica, il biglietto verde è calato diffusamente, perché c’è stato un miglioramento dell’avversione al rischio sui mercati finanziari. Dopo essere saliti più del 20% rispetto al minimo di venerdì, gli interessi all’acquisto di greggio martedì sono rimasti solidi. I future sul greggio WTI (West Texas Intermediate) sono saliti dello 0,80%, dopo aver guadagnato già più del 20% rispetto al minimo di mercoledì. Nelle contrattazioni notturne i future sul Brent hanno guadagnato lo 0,75%. Il WTI sta testando il supporto precedente, ora diventato resistenza, che giace a 32,40 USD (minimo dicembre 2008). Sarà necessaria una fase di stabilizzazione per confermare il rimbalzo e impedire un nuovo crollo dei prezzi.

In Asia, i mercati azionari regionali hanno pareggiato i guadagni per il secondo giorno consecutivo, confermando i guadagni di venerdì. Il Nikkei giapponese ha guadagnato lo 0,90%, il più ampio indice Topix l’1,34%. A Hong Kong, l’Hang Seng è lievitato dell’1,51%, mentre nella Cina continentale gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen hanno guadagnato rispettivamente lo 0,50% e lo 0,86%. Infine, in Australia l’indice S&P/ASX ha guadagnato l’1,84% in scia al recupero dei titoli legati alle materie prime.

Il dollaro neozelandese ha fatto registrare i guadagni più consistenti a Tokyo, raggiungendo quota 0,6533 USD. In previsione di un potenziale taglio del tasso della RBNZ, crediamo che il kiwi non si spingerà molto più in alto. Infatti, anche se gran parte dei partecipanti al mercato ritiene che il governatore Wheeler non renderà ancora più accomodante la politica monetaria della banca, le probabilità di un taglio del tasso sono aumentante sensibilmente a causa dell’assenza di pressioni inflazionistiche. La coppia NZD/USD troverà un primo supporto intorno a 0,6450; il vero banco di prova è costituito però da 0,6348 (minimo 20 gennaio). Al rialzo, il livello a 0,69 rimane la resistenza più forte.

In Europa, i future sugli indici azionari sono positivi, seguendo a ruota le borse asiatiche. Il Footsie è in rialzo di un modesto 0,54%, il DAX tedesco del 2,33%, il CAC 40 è lievitato del 3,10%, mentre l’SMI segna un rialzo del 2,81%. L’EUR/CHF resiste sopra la soglia a 1,09 e sta per testare il livello a 1,10.

La coppia USD/CHF è riuscita è rimanere sopra la parità e attualmente passa di mano intorno a 1,0150, il giudizio rimane rialzista. Nel complesso, crediamo che il franco svizzero rimarrà sotto pressione perché gli investitori tornano a orientarsi verso asset più rischiosi. Tuttavia, nel medio termine, è consigliabile tenere d’occhio la BCE, perché un aumento o un’estensione del programma di allentamento quantitativo sembra sempre più probabile. Tuttavia, nel breve termine, c’è un potenziale al rialzo sia per l’USD/CHF sia per l’EUR/CHF.

Oggi gli operatori monitoreranno i depositi a vista della BNS; il sondaggio IFO in Germania; gli ordini industriali e le vendite al dettaglio in Italia; il tasso di utilizzo degli impianti in Turchia; l’indice sull’attività manifatturiera della Fed di Dallas negli USA; la bilancia commerciale settimanale in Brasile. Per oggi sono previsti anche gli interventi di Draghi e Lautenschläger (BCE).

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