Market Brief
Come previsto, la Fed non ha modificato la sua politica monetaria, confermando la fascia obiettivo, compresa fra lo 0% e lo 0,25%, per il tasso sui fondi federali. La sorpresa maggiore è arrivata dai toni del comunicato. I partecipanti al mercato avevano già messo in conto che la Fed non avrebbe premuto il grilletto, ma non erano preparati a un comunicato così accomodante. Di conseguenza, l’USD è stato colpito duramente, l’indice del dollaro è crollato dell’1,20%, il biglietto verde ha perso terreno contro quasi tutte le altre valute. Ciò nonostante, le valute legate alle materie prime, come AUD, NZD e CAD, non sono riuscite a resistere, infatti il dollaro è poi risalito sui livelli iniziali. I rendimenti dei titoli del Tesoro USA sono calati significativamente dopo la decisione; il decennale è sceso di 11 punti base al 2,1830%, il titolo a cinque anni ha ceduto 14 punti base, calando all’1,4710%, mentre quello a 2 anni, più sensibile, è crollato dello 0,67%, in calo di più di 14 punti base.
L’EUR/USD ora passa di mano sopra la soglia a 1,14 e rimane ben ancorato nel canale di trend ascendente. La moneta unica ha confermato la violazione della resistenza a 1,1368 e ora si sta dirigendo verso la prossima, a 1,1561 (massimo 26 agosto).
Sul finire della seduta asiatica, tutti i mercati azionari regionali si muovono in territorio positivo, fatta eccezione per le azioni giapponesi, in calo dall’avvio di seduta. Sia il Nikkei, sia il più ampio Topix, non sono riusciti a entrare in territorio positivo e hanno chiuso rispettivamente a -1,96% e -1,98%. Altrove in Asia, l’Hang Seng di Hong Kong ha guadagnato un esiguo 0,23% mentre le azioni della Cina continentale si sono mosse senza una direzione precisa. Shanghai cede lo 0,23% e il Composite di Shenzhen lo 0,06%. In Australia, l’indice S&P/ASX 200 guadagna lo 0,46%. L’AUD/USD stamattina è in rialzo perché la decisione della Fed continua a pesare sul biglietto verde. La resistenza più vicina, costituita dal massimo di ieri e dalla media mobile a 50 giorni, si attesta intorno a 0,7250-76, mentre la prossima staziona intorno al livello psicologico a 0,74 USD. Al ribasso, un supporto giace a 0,7138 (minimo di ieri). Stamattina anche la coppia NZD/USD è in rialzo. Il massimo di ieri a quota 0,6446 fungerà da resistenza mentre, al ribasso, il minimo a 0,6312 costituirà il supporto.
In Europa, i futures sugli indici azionari puntano a un’apertura in ribasso nonostante i forti guadagni sui mercati asiatici. Il DAX tedesco cede lo 0,55%, il CAC lo 0,57%, il Footsie lo 0,43% e l’SMI lo 0,91%. L’EUR/CHF è ancora bloccato sotto la soglia a 1,10 mentre l’USD/CHF ieri sera ha subito una battuta d’arresto, calando dell’1,25%. Il dollaro sta testando il forte supporto a 0,96, i venditori non riescono a far abbassare ulteriormente il prezzo.
Oggi ci sono pochi appuntamenti economici in calendario. Oggi pomeriggio, però, ci sarà la pubblicazione del rapporto sull’inflazione di agosto in Canada. L’IPC di fondo dovrebbe attestarsi al 2,1% a/a e l’IPC primario all’1,3% a/a. Malgrado la recente correzione dell’USD/CAD, rimaniamo rialzisti sulla coppia perché riteniamo che il mancato intervento della Fed incoraggerà la BoC a tagliare il suo tasso di riferimento prima della fine dell’anno.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd