Market Brief
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a due anni è sceso di 8 punti base, quello dei titoli a scadenza decennale di 11 punti base, il dollaro ha ceduto quasi l’1% contro l’euro, lo 0,50% contro il CHF e lo 0,70% contro l’NZD. Ieri, a New York, l’S&P 500 ha limato le perdite, arretrando dello 0,83%, il Nasdaq è calato dello 0,80% e il Dow Jones dello 0,93%. È indubbio che ai sostenitori di un rialzo del tasso a settembre i verbali dell’ultima riunione del FOMC non siano piaciuti. Secondo i membri della Fed, “le condizioni per un assestamento della politica non sono ancora state raggiunge” anche se “ci stiamo avvicinando a quel punto”, inoltre, “le note del Comitato sulla tempistica del primo rialzo del tasso dovranno evidenziare che ciò che conta di più per le condizioni finanziare è il corso futuro della politica e non il rialzo iniziale, e dovranno continuare a sottolineare che la politica continuerà a essere accomodante”. Pare che i membri della Fed siano piuttosto soddisfatti del mercato del lavoro, mentre alcuni sono preoccupati per l’inflazione bassa e le pressioni sulle retribuzioni. A nostro avviso, non si può escludere un rialzo del tasso a settembre, anche se la probabilità ora è inferiore al 50%, un intervento a dicembre appare sempre più probabile.
In Asia, i mercati azionari regionali continuano a perdere terreno perché pesano le preoccupazioni per la Cina. Il Nikkei giapponese ha ceduto lo 0,94%, l’Hang Seng di Hong Kong l’1,82%, il Composite di Shanghai l’1,16% e il Composite di Shenzhen lo 0,71%. Lo yuan continua a rafforzarsi contro il dollaro, dopo che, per il quinto giorno consecutivo, la PBoC ha aumentato la quotazione di riferimento, ora a 6,3915. L’USD/JPY ha incontrato una forte resistenza a 123,78 (61,8% di Fibonacci sulla svalutazione di giugno e luglio) e sta rimbalzando di nuovo verso 124,50, poiché il dollaro torna a rafforzarsi nelle contrattazioni successive alla pubblicazione dei verbali del FOMC. In Australia, l’indice S&P/ASX ha ceduto l’1,70% mentre l’AUD/USD ha cancellato le perdite precedenti, riportandosi a 0,7310 USD. Il kiwi (NZD) consolida i guadagni contro il dollaro e attualmente passa di mano sopra la soglia a 0,66.
In Europa, i futures sui listini azionari seguono l’andamento di Wall Street e Tokyo, muovendosi in territorio negativo. Il Footsie cede lo 0,60%, il DAX lo 0,62%, il CAC lo 0,23% e l’SMI lo 0,24%. Dopo aver raggiunto quota 1,0960, l’EUR/CHF si dirige ora verso 1,07, a dispetto dei dati commerciali deludenti. La bilancia commerciale di luglio si è chiusa con un saldo positivo di 3,74 miliardi di CHF rispetto alla cifra precedente rivista al ribasso, pari a 3,51 miliardi di CHF. Le esportazioni si sono contratte dell’1,7% m/m rispetto al -0,7% del mese precedente, mentre le importazioni sono calate del 2,5% m/m a fronte del +2,5% registrato a giugno.
Nel Regno Unito, nelle prossime ore saranno diffuse le vendite al dettaglio, che, stando alle previsioni medie, a luglio dovrebbero mostrare un incremento dello 0,4% rispetto al -0,2% m/m registrato a giugno. Nel complesso, rimaniamo rialzisti sulla GBP perché la divergenza delle politiche monetarie rimarrà il catalizzatore principale. La coppia GBP/USD sta tentando di uscire dalla fascia 1,5450-1,5650 e al momento passa di mano sopra 1,5660. La coppia EUR/GBP rimane la nostra coppia di valute preferita per scommettere su dati economici positivi e un imminente rialzo del tasso nel Regno Unito.
Quella di oggi sarà una giornata ricca di appuntamenti economici; ci attendono il tasso di disoccupazione in Svezia; il PIL in Norvegia; le vendite al dettaglio nel Regno Unito; il tasso di disoccupazione in Brasile; le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, l’indice di Bloomberg sul comfort dei consumatori, le vendite di case esistenti, le prospettive delle imprese della Fed di Philadelphia e, per concludere, l’indice predittivo negli Stati Uniti.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd