Il rally dell’azionario sembra aver subito una battuta d’arresto ma dopo gli impressionanti guadagni delle ultime settimane era lecito attendersi prese di profitto. Martedì i principali indici statunitensi hanno guadagnato appena lo 0,1%, ma è stato sufficiente a tenere l'S&P 500 e il Nasdaq sui massimi assoluti. In Asia l’andamento dei principali listini è stato contrastante, non ricevendo aiuto dall’andamento dei futures USA.
In assenza di nuovi dettagli sui termini dell'accordo commerciale o di una data certa per le firme, i mercati appaiono un po’ nervosi. Ciononostante l’ottimismo apparso recentemente potrebbe essere sufficiente a tenere i principali mercati su in vista del calo di liquidità che avremo tra Natale e Capodanno.
Ma mentre l’azionario è sostanzialmente flat, sul valutario abbiamo registrato maggiore volatilità. La sterlina è crollata dell'1,5%, annullando tutti i guadagni che sono seguiti alla clamorosa vittoria elettorale di Boris Johnson.
La valuta britannica ha perso il vigore post-elettorale dopo che gli operatori hanno appreso la notizia che Johnson avrebbe in programma l’imposizione di una scadenza temporale per un accordo commerciale con l'UE e bloccando eventuali estensioni del periodo di transizione oltre dicembre 2020. Probabilmente è soltanto un’altra tattica di negoziazione per costringere l’Europa a muoversi rapidamente, ma allo stesso tempo incute timore negli operatori verso lo spettro di una “hard Brexit”.
Il dollaroUSA ha goduto nelle ultime ore del supporto derivante da dati migliori del previsto, ovvero permessi di costruzione, avvio di nuove costruzioni e produzione industriale oltre le aspettative. Anche i commenti dei membri della Fed hanno aiutato il dollaro a riprendere quota. Il presidente della Fed di Boston Eric Rosengren e il presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan hanno ribadito la posizione di attesa della Fed. Ciò ha aiutato l'indice del dollaro a salire al massimo dell’ultima settimana e oggi quota circa 97,36.
Oggi non ci sono dati USA all'ordine del giorno, quindi gli operatori terranno d'occhio il voto alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti pepr capire se i legislatori decideranno o meno di accusare il presidente Trump. L'indagine sull'impeachment non ha ancora avuto un grande impatto sui mercati finanziari, nonostante il fatto che la Camera controllata dai democratici voterà probabilmente a favore dell'approvazione di due articoli di impeachment contro il Presidente. Al Senato, controllato al contrario dai repubblicani, è improbabile che si proceda nella stessa direzione.
Sul fronte dati, attenzione all’inflazione delle ore 14:30 per quanto riguarda il Canada, sappiamo infatti essere un dato che ha forti ripercussioni sull’andamento del CAD.