Investing.com - Futures del greggio oggi in salita a un massimo di tre settimane, tra un dollaro statunitense più debole e le preoccupazioni per i disordini in Medio Oriente e Nord Africa che hanno aumentato i prezzi.
Il New York Mercantile Exchange ha scambiato i futures del greggio con consegna a luglio a 102,09 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in salita dell’1,68%.
Precedentemente è sceso a 102,11 dollari al barile in calo dell’1,7% al barile, il prezzo più alto dall’11 maggio.
Il dollaro USA è sceso a un minimo di tre settimane contro l'euro, nell’ottimismo per un ulteriore impegno dell’Unione europea per risolvere la crisi del debito sovrano della Grecia.
L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,5% a 74,66, dopo aver toccato il minimo di quattro settimane di 74,51.
I contratti futures del petrolio espressi in dollari tendono a salire quando il dollaro scende, in quanto ciò rende l'oro nero meno costoso per gli acquirenti in altre valute.
Nello Yemen, il presidente Ali Abdullah Saleh ha rifiutato di dimettersi nonostante gli sforzi da parte delle nazioni dell’area di mediare un’uscita tranquilla, per via dell’escalation della violenza che ha minacciato di gettare la nazione in una guerra civile.
Lo Yemen, che confina con l’Arabia Saudita, principale esportatore di petrolio si trova lungo lo stretto di Bab al Mandab, che secondo il Dipartimento Statunitense dell’Energia, costituisce uno dei sette “punti di transito mondiali del petrolio”.
Si stima che nel 2010 siano transitati attraverso lo stretto di Bab al Mandab 3,2 milioni di barili di petrolio al giorno, secondo il Dipartimento dell'Energia.
L’ICE Futures Exchange ha scambiato i futures Brent con consegna a luglio a 116,28 dollari al barile, in salita dell’1,47% e 14,19 dollari al di sopra della controparte statunitense.
Il New York Mercantile Exchange ha scambiato i futures del greggio con consegna a luglio a 102,09 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in salita dell’1,68%.
Precedentemente è sceso a 102,11 dollari al barile in calo dell’1,7% al barile, il prezzo più alto dall’11 maggio.
Il dollaro USA è sceso a un minimo di tre settimane contro l'euro, nell’ottimismo per un ulteriore impegno dell’Unione europea per risolvere la crisi del debito sovrano della Grecia.
L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,5% a 74,66, dopo aver toccato il minimo di quattro settimane di 74,51.
I contratti futures del petrolio espressi in dollari tendono a salire quando il dollaro scende, in quanto ciò rende l'oro nero meno costoso per gli acquirenti in altre valute.
Nello Yemen, il presidente Ali Abdullah Saleh ha rifiutato di dimettersi nonostante gli sforzi da parte delle nazioni dell’area di mediare un’uscita tranquilla, per via dell’escalation della violenza che ha minacciato di gettare la nazione in una guerra civile.
Lo Yemen, che confina con l’Arabia Saudita, principale esportatore di petrolio si trova lungo lo stretto di Bab al Mandab, che secondo il Dipartimento Statunitense dell’Energia, costituisce uno dei sette “punti di transito mondiali del petrolio”.
Si stima che nel 2010 siano transitati attraverso lo stretto di Bab al Mandab 3,2 milioni di barili di petrolio al giorno, secondo il Dipartimento dell'Energia.
L’ICE Futures Exchange ha scambiato i futures Brent con consegna a luglio a 116,28 dollari al barile, in salita dell’1,47% e 14,19 dollari al di sopra della controparte statunitense.