Investing.com – I futures del petrolio greggio continuano a subire pressione alla vendita nel corso della mattinata europea, toccando il livello più basso da ottobre, tra il calo dell’indice PMI manifatturiero HSBC al minimo di 7 mesi e la Fed che ha scartato misure di allentamento aggressive.
A Londra, il prezzi Brent sono scesi al livello più basso dal dicembre 2010.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad agosto sono stati scambiati a 80,14 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dell’1,6%.
Precedentemente il prezzo era sceso dell’1,75% a 80,05 dollari al barile, il minimo dal 6 ottobre.
Il calo del petrolio è aumentato dopo i dai dati che mostrano un calo dell’indice PMI manifatturiero HSBC, sceso a 48,1 contro il 48,4 di maggio, in calo per il settimo mese consecutivo.
I dati restano sotto il livello del 50.0 per l’ottavo mese consecutivo, aumentando i timori su un rallentamento della seconda economia mondiale.
La Cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli stati uniti ed è stato un traino per la domanda.
Un ulteriore rallentamento nella nazione asiatica, la seconda potenza mondiale, inficerebbe la crescita mondiale, già altalenante per via delle misure di austerità UE.
I prezzi del petrolio sono andati sotto ulteriore pressione per via di un report che ì mostra un calo dell’attività manifatturiera tedesca, al livello più basso degli ultimi 3 anni a giugno, rinnovando i timori sull’impatto della crisi della zona euro sulla principale economia del blocco.
I traders del petrolio spesso utilizzano i numeri del manifatturiero per avere indicazioni sul futuro della domanda.
Intanto, la Fed ha annunciato di aver esteso l’attuale programma di acquisto di bond conosciuto come “Operazione Twist”, fino alla fine dell’anno, aggiungendo di essere pronta per ulteriori step. La scadenza del programma di acquisto era fissata per la fine del mese.
Attraverso l’Operazione Twist la Fed vende gli strumenti a breve termine ed acquista al contempo quelli a scadenza più lunga, nell’intento di abbassare gli interessi dei titoli a lungo termine.
L’annuncio ha deluso i mercati che si aspettavano misure più aggressive per sostenere la principale economia mondiale, dopo la serie di recenti dati piuttosto deboli.
Il sentimento ha risentito inoltre della decisione dei funzionari Fed di abbassare le previsioni di crescita economia, per via del mercato del lavoro debole e un settore immobiliare depresso.
Intanto i dati sulle forniture USA della scorsa settimana hanno spinto i traders a rifocalizzarsi sul quadro della domanda e dell’offerta.
Il Dipartimento per l’Energia statunitense ha dichiarato che le scorte greggio USA sono aumentate di 2,9 milioni di barili la scorsa settimana, ad un totale di 387,3 milioni di barili, il massimo dal luglio 1990; il dato rivela i timori per un rallentamento della domanda USA.
Gli USA sono il principale consumatore mondiale di greggio e rappresentano il 22% della domanda globale di petrolio.
Intanto i mercati restano cauti in attesa dell’esito di un audit delle banche spagnole nel corso della giornata, nei timori che i risultati possano mostrare che i 100 miliardi di euro stabiliti come aiuto per le banche del paese non siano abbastanza.
Il paese terrà un’asta di titoli del Tesoro nel corso della giornata. Il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni è rientrato poco al di sotto della soglia critica del 7%, dopo aver segnato nuovi record dall’introduzione dell’euro, nei timori che Madrid sia costretta a chiedere un salvataggio internazionale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono scesi dell’1,65%, a 91,17 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 11,03 dollari al barile.
Stamane i prezzi Brent sono scesi a 91,06 dollari al barile, il minimo dal 20 gennaio 2010.
Il Greggio Brent scambiato a Londra ha perso quasi il 29% dal massimo intraday 128,38 toccato il 1° marzo.
A Londra, il prezzi Brent sono scesi al livello più basso dal dicembre 2010.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad agosto sono stati scambiati a 80,14 dollari al barile, durante la mattinata europea, in calo dell’1,6%.
Precedentemente il prezzo era sceso dell’1,75% a 80,05 dollari al barile, il minimo dal 6 ottobre.
Il calo del petrolio è aumentato dopo i dai dati che mostrano un calo dell’indice PMI manifatturiero HSBC, sceso a 48,1 contro il 48,4 di maggio, in calo per il settimo mese consecutivo.
I dati restano sotto il livello del 50.0 per l’ottavo mese consecutivo, aumentando i timori su un rallentamento della seconda economia mondiale.
La Cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli stati uniti ed è stato un traino per la domanda.
Un ulteriore rallentamento nella nazione asiatica, la seconda potenza mondiale, inficerebbe la crescita mondiale, già altalenante per via delle misure di austerità UE.
I prezzi del petrolio sono andati sotto ulteriore pressione per via di un report che ì mostra un calo dell’attività manifatturiera tedesca, al livello più basso degli ultimi 3 anni a giugno, rinnovando i timori sull’impatto della crisi della zona euro sulla principale economia del blocco.
I traders del petrolio spesso utilizzano i numeri del manifatturiero per avere indicazioni sul futuro della domanda.
Intanto, la Fed ha annunciato di aver esteso l’attuale programma di acquisto di bond conosciuto come “Operazione Twist”, fino alla fine dell’anno, aggiungendo di essere pronta per ulteriori step. La scadenza del programma di acquisto era fissata per la fine del mese.
Attraverso l’Operazione Twist la Fed vende gli strumenti a breve termine ed acquista al contempo quelli a scadenza più lunga, nell’intento di abbassare gli interessi dei titoli a lungo termine.
L’annuncio ha deluso i mercati che si aspettavano misure più aggressive per sostenere la principale economia mondiale, dopo la serie di recenti dati piuttosto deboli.
Il sentimento ha risentito inoltre della decisione dei funzionari Fed di abbassare le previsioni di crescita economia, per via del mercato del lavoro debole e un settore immobiliare depresso.
Intanto i dati sulle forniture USA della scorsa settimana hanno spinto i traders a rifocalizzarsi sul quadro della domanda e dell’offerta.
Il Dipartimento per l’Energia statunitense ha dichiarato che le scorte greggio USA sono aumentate di 2,9 milioni di barili la scorsa settimana, ad un totale di 387,3 milioni di barili, il massimo dal luglio 1990; il dato rivela i timori per un rallentamento della domanda USA.
Gli USA sono il principale consumatore mondiale di greggio e rappresentano il 22% della domanda globale di petrolio.
Intanto i mercati restano cauti in attesa dell’esito di un audit delle banche spagnole nel corso della giornata, nei timori che i risultati possano mostrare che i 100 miliardi di euro stabiliti come aiuto per le banche del paese non siano abbastanza.
Il paese terrà un’asta di titoli del Tesoro nel corso della giornata. Il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni è rientrato poco al di sotto della soglia critica del 7%, dopo aver segnato nuovi record dall’introduzione dell’euro, nei timori che Madrid sia costretta a chiedere un salvataggio internazionale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono scesi dell’1,65%, a 91,17 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 11,03 dollari al barile.
Stamane i prezzi Brent sono scesi a 91,06 dollari al barile, il minimo dal 20 gennaio 2010.
Il Greggio Brent scambiato a Londra ha perso quasi il 29% dal massimo intraday 128,38 toccato il 1° marzo.