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Greggio, Brent in salita ma vicino ai record pluri-mensili

Pubblicato 31.05.2012, 10:03
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Investing.com – I futures del petrolio Greggio e Brent sono in salita nel corso della mattinata europea, ma restano vicini ai record pluri-mensili della sessione precedente; gli investitori restano concentrati sull’ aggravarsi della situazione finanziaria in Spagna e attendono i dati del governo USA sulle scorte di greggio.

Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a luglio sono stati scambiati a 88,05 dollari al barile, durante la mattinata europea, in salita dello 0,23%.

Precedentemente il prezzo era salito dello 0,35%, a 88,14 dollari al barile. I prezzi hanno segnato ieri 89,28 dollari al barile, toccando il minimo dal 24 ottobre 2011.

I prezzi del petrolio sono scesi di più del 3% mercoledì, con l’aumento dei rendimenti in Italia e Spagna e con le indicazioni che i partiti anti-austerity in Grecia stiano riscuotendo consensi tra gli elettori, in vista del turno di giugno.

Il sentimento dei mercati azionari e delle materie prime è stato colpito nelle ultime settimane dai timori di un’eventuale uscita della Grecia dalla zona euro, e dalla paura che la Spagna sarà il prossimo paese a dover chiedere un salvataggio internazionale.

In questo mese il petrolio scambiato a New York è sceso del 16%, segnando il più forte calo dal dicembre 2008.

La propensione al rischio è andata sotto pressione per via dell’aggravarsi della situazione in Spagna, dove l’aumento del rendimento dei titoli, i costi crescenti per sostenere le banche e la recessione economia hanno acceso le preoccupazioni che l’aumento dei costi per i salvataggio alle banche possa costringere Madrid a chiedere un salvataggio internazionale.

Il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni è salito ieri al 6,7%, avvicinandosi alla soglia critica del 7%, che ha preceduto i salvataggi in Grecia Irlanda e Portogallo. Gli omologhi italiani sono saliti al 5,98%.

Intanto riemergono i timori in Grecia dopo i risultati di un sondaggio che mostrano che il partito Syriza anti salvataggio è in testa per le elezioni del 17 giugno, alimentando così i timori che il paese non adempierà agli obblighi dell’accordo di salvataggio e sarà costretto a lasciare la zona euro.

Si teme che la crisi del debito sovrano della zona euro possa causare un ulteriore rallentamento che influenzerà la curva della domanda del petrolio.
La zona euro ha rappresentato il 12% del consumo globale di petrolio nel 2010, secondo i dati British Petroleum.
Intanto i traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio del principale consumatore di petrolio mondiale.

Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 1 milione di barili la scorsa settimana, al livello più alto dall’agosto 1990, accendendo i timori per un eventuale calo della domanda USA.

L’uscita del report è posticipata di un giorno, per via della chiusura dei mercati nel Memorial Day.

Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono scese di 0,35 milioni di barili la scorsa settimana, contro le aspettative di un aumento di 0,60 milioni di barili.

Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati preliminari sul PIL.

Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.

Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a luglio sono saliti dello 0,3%, a 103,76 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 15,71 dollari al barile.

Ieri i prezzi hanno toccato 102,89 dollari al barile, il minimo dal 19 dicembre. In questo mese i Brent di Londra hanno perso il 13%, il maggiore calo dal maggio 2010.

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