(Reuters) - I prezzi del greggio estendono il calo di ieri, perdendo oltre l'1%, a causa del rinvio di una riunione dell'Opec+ che ha innescato speculazioni sulla possibilità che il gruppo non riesca ad approvare nuovi tagli alla produzione il prossimo anno per la contrarietà dei paesi africani.
Alle 11,00 i futures del Brent flettono dell'1,4%, a 80,82 dollari al barile, dopo aver perso fino al 4% ieri. Il greggio statunitense Wti perde 1,3% a 76,03 dollari, dopo un calo del 5% nella seduta di ieri.
Con una mossa a sorpresa, ieri pomeriggio l'Opec+ ha rinviato al 30 novembre la riunione inizialmente prevista per il 26 novembre, in cui si dovrebbe discutere dei tagli alla produzione di greggio.
Alcuni produttori - principalmente Angola, Congo e Nigeria - stanno faticando a trovare un accordo sui livelli di produzione e quindi sui possibili tagli, secondo fonti Opec+.
Secondo gli analisti, i tre paesi africani starebbero cercando di aumentare le loro quote di fornitura per il 2024 sopra i livelli provvisori concordati a giugno.
L'Angola e il Congo producono sotto i loro target di produzione per il 2024, mentre la Nigeria è riuscita ad aumentare la produzione sopra gli obiettivi grazie al miglioramento della situazione nel Delta del Niger, ricco di petrolio.
Gli interrogativi sull'offerta dell'Opec+ arrivano dopo che i dati hanno mostrato che le scorte di greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 8,7 milioni di barili la scorsa settimana, molto più degli 1,16 milioni che gli analisti avevano previsto. [EIA/S]
Nel frattempo, circa il 3% della produzione di greggio nel Golfo del Messico è stata interrotta a causa di una perdita in un oleodotto sottomarino, ha detto la Guardia Costiera statunitense.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)