LONDRA (Reuters) - Mattinata negativa per i prezzi del greggio, che perdono oltre l'1% estendendo le perdite della seduta di ieri, appesantiti dai timori di recessione e da una recrudescenza dei casi di coronavirus in Cina che hanno sollevato dubbi sulla tenuta della domanda globale.
Il Presidente della Banca Mondiale David Malpass e il Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva hanno parlato ieri del crescente rischio di recessione globale, sottolineando anche come l'inflazione rimanga comunque un problema costante.
Alle 11,00 il Brent perde il 2,57%, scendendo a 93,73 dollari al barile . Il greggio statunitense West Texas Intermediate è in calo del 2,77% a 88,61 dollari.
Il petrolio è sceso bruscamente sui timori legati alla crescita economica dopo l'impennata dell'inizio del 2022, quando il Brent ha sfiorato il suo massimo storico di 147 dollari sull'onda dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia che ha aumentato i timori legati all'offerta.
Sui prezzi del greggio pesano anche timori di un ulteriore calo alla domanda in Cina. Le autorità hanno intensificato i test sul coronavirus a Shanghai e in altre grandi città, in seguito al nuovo aumento delle infezioni da Covid-19.
Un altro fattore negativo per i prezzi dell'oro nero è quello che deriva dall'apprezzamento del dollaro, che ha toccato dei recentemente i massimi di diversi anni a causa dei timori legati all'incremento dei tassi di interesse e all'escalation militare in Ucraina.
Un dollaro più forte rende le materie prime, che sono denominate in dollari, più costose per i possessori di altre valute e tende a pesare sulla propensione al rischio.
A limitare le perdite sono però arrivati di recente, oltre ad un mercato ancora ristretto, i tagli alla produzione concordati la settimana scorsa dall'Opec+, che ha deciso di abbassare il proprio obiettivo di produzione di 2 milioni di barili al giorno.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Andrea Mandalà)