LONDRA (Reuters) - Il greggio è in ribasso e si avvia verso il secondo calo settimanale di fila, con gli investitori che analizzano l'impatto del forte aumento dei tassi di interesse sul consumo di energia bilanciando le speranze di un aumento della domanda cinese e dei tagli alla produzione da parte dell'Opec+.
Per combattere l'inflazione, la Federal Reserve sta cercando di rallentare l'economia e continuerà ad alzare il proprio obiettivo di tasso a breve termine, come ha detto ieri il presidente della Fed di Filadelfia, Patrick Harker.
Alle 11,20 il Brent cede 0,97 dollari, o dell'1,05%, a 91,41 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate scende di 92 centesimi, o dell'1,1%, a 83,59 dollari.
Il Brent, che a marzo ha sfiorato il massimo storico di 147 dollari al barile, si avvia verso un calo settimanale dello 0,4%, mentre il greggio statunitense sembra destinato a scendere di oltre il 2%. Si tratterebbe del secondo calo settimanale consecutivo per entrambi i benchmark.
Il petrolio ha guadagnato un po' di fiducia ieri, dopo che Bloomberg ha riportato che Pechino sta valutando di ridurre il periodo di quarantena per i turisti da dieci a sette giorni. Non ci sono state conferme ufficiali da parte di Pechino.
La Cina, il maggiore importatore di greggio al mondo, quest'anno ha imposto severe restrizioni per il Covid-19, che hanno pesato sull'attività economica e commerciale e hanno ridotto la domanda di carburante.
Il petrolio ha tratto sostegno dall'imminente divieto dell'Unione europea sul petrolio russo, nonché dal taglio della produzione concordato all'inizio del mese dall'Opec+.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Gianluca Semeraro)