LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in forte ribasso dopo dati che hanno mostrato che la domanda della Cina, primo importatore di greggio al mondo, è rimasta fiacca a settembre a causa delle rigide politiche anti-Covid 19 e dei limiti alle esportazioni di combustibile che hanno depresso i consumi.
Intorno alle 11,30 i futures dicembre sul Brent sono in calo di 1,59 dollari, o dell'1,70%, a 91,91 dollari barile dopo essere saliti del 2% la scorsa settimana. Il greggio statunitense West Texas Intermediate per la consegna di dicembre è a 83,3 dollari al barile, in calo di 1,75 dollari, o del 2,06%.
Sebbene più alte di agosto, le importazioni di greggio della Cina a settembre - pari a 9,79 milioni di barili al giorno - sono risultate inferiori del 2% rispetto all'anno precedente, secondo i dati doganali, poiché le raffinerie indipendenti hanno diminuito la produzione a causa dei margini ridotti e della scarsa domanda.
A settembre, l'Arabia Saudita e la Russia erano testa a testa tra i primi due fornitori della Cina.
L'incertezza sulla politica zero Covid della Cina e la crisi immobiliare stanno minando l'efficacia delle misure a favore della crescita, sottolineano gli analisti di Ing in una nota, anche se la crescita del prodotto interno lordo del terzo trimestre ha superato le aspettative.
Il Brent è salito la scorsa settimana nonostante il presidente degli Stati Uniti Joe Biden abbia annunciato la vendita dei restanti 15 milioni di barili di petrolio delle riserve strategiche statunitensi. La vendita fa parte di un'operazione record da 180 milioni di barili iniziata a maggio.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Sabina Suzzi)