LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio guadagnano terreno, ma non riescono a recuperare buona parte del calo di oltre l'8% di questa settimana, poiché continuano a pesare i timori sulla domanda nei principali Paesi consumatori.
Intorno alle 12,30 i futures sul Brent sono in rialzo dello 0,93%, a 73,00 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) guadagna lo 0,57%, a 68,99 dollari, dopo essere sceso all'inizio della sessione a 63,64 dollari, i minimi dal 2 dicembre 2021.
I prezzi sono crollati questa settimana a causa delle preoccupazioni per l'economia statunitense e dei segnali di debolezza della crescita manifatturiera in Cina, il primo importatore di petrolio al mondo, e sono ulteriormente diminuiti dopo che la Federal Reserve statunitense ha aumentato i tassi di interesse ieri. Ciò ha limitato le prospettive di crescita economica nel breve termine.
Tuttavia, il mercato ha ricevuto un certo sostegno dai segnali lanciati dalla Fed sulla possibilità di una sospensione del ciclo di rialzi dei tassi per dare ai funzionari il tempo di valutare le conseguenze dei recenti fallimenti bancari e fare chiarezza sulla controversia relativa all'aumento del tetto del debito negli Stati Uniti.
L'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) e i suoi alleati tra cui la Russia, nota come Opec+, ha iniziato a tagliare volontariamente la produzione all'inizio di questo mese.
Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha detto che il Paese sta rispettando l'impegno di tagliare la produzione di petrolio di 500.000 barili al giorno (bpd) da febbraio fino alla fine dell'anno.
Gli investitori attendono anche gli sviluppi della Banca centrale europea, che dovrebbe aumentare i tassi di interesse oggi, per la settima riunione consecutiva.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Stefano Bernabei)