Investing.com - I futures del petrolio greggio sono in salita questo lunedì, per via delle tensioni crescenti tra Israele e Iran che alimentano i timori di un interruzioni delle forniture dal Medio Oriente.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 94,11 dollari al barile, durante la mattinata statunitense, in salita dell’1,35%.
I prezzi sono precedentemente saliti dell’1,4% a 94,14 dollari al barile. I prezzi hanno toccato il massimo di tre mesi di 94,69 dollari al barile l’8 agosto.
I prezzi del petrolio hanno subito un’impennata in seguito alla diffusione della notizia dai media Israeliani che il paese sta testando un sistema di allerta via sms su eventuali attacchi missilistici, un segno che un conflitto militare con l’Iran può divenire inevitabile nel breve termine.
La perdita potenziale di forniture di petrolio iraniano ha contribuito a sostenere i forti aumenti dei prezzi del petrolio nella conclusione dello scorso anno e nel primo trimestre di quest’anno.
Si teme che l’escalation delle ostilità tra Iran e Israele possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
I prezzi sono stati supportati inoltre dai timori verso le aspettative che le banche centrali di tutto il mondo annunceranno presto delle misure di stimolo monetario per sostenere la crescita, il ché spinge l’oro come valuta alternativa.
La Federal Reserve si è detta prontra ad intervenire mentre la il Presidente della BCE Mario Draghi ha dichiarato che si farà tutto il necessario per spingere l’economia.
Ci si aspetta inoltre che la Cina tagli il ratio delle riserve in seguito al rilascio dei dati scoraggianti durante la scorsa settimana.
Nonostante le previsioni scoraggianti i mercati del petrolio sono stati rialzisti ultimamente, con il greggio della borsa di New York che ha segnato +17,5% da quando aveva toccato il minimo di 77,27 il 28 giugno.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures sul petrolio Brent con consegna a settembre sono saliti dell’1,15%, a 112,40 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 18,29 dollari al barile.
I futures Brent di Londra hanno toccato 113,52 dollari al barile, il massimo dal 10 maggio.
I prezzi Brent sono stati ben supportati nelle ultime settimane, salendo del 20% dai minimi toccati a giugno, tra i timori per la riduzione delle forniture dal Mare del Nord e l’inasprirsi delle sanzioni contro le esportazioni iraniane dal 1° luglio.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a settembre sono stati scambiati a 94,11 dollari al barile, durante la mattinata statunitense, in salita dell’1,35%.
I prezzi sono precedentemente saliti dell’1,4% a 94,14 dollari al barile. I prezzi hanno toccato il massimo di tre mesi di 94,69 dollari al barile l’8 agosto.
I prezzi del petrolio hanno subito un’impennata in seguito alla diffusione della notizia dai media Israeliani che il paese sta testando un sistema di allerta via sms su eventuali attacchi missilistici, un segno che un conflitto militare con l’Iran può divenire inevitabile nel breve termine.
La perdita potenziale di forniture di petrolio iraniano ha contribuito a sostenere i forti aumenti dei prezzi del petrolio nella conclusione dello scorso anno e nel primo trimestre di quest’anno.
Si teme che l’escalation delle ostilità tra Iran e Israele possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
I prezzi sono stati supportati inoltre dai timori verso le aspettative che le banche centrali di tutto il mondo annunceranno presto delle misure di stimolo monetario per sostenere la crescita, il ché spinge l’oro come valuta alternativa.
La Federal Reserve si è detta prontra ad intervenire mentre la il Presidente della BCE Mario Draghi ha dichiarato che si farà tutto il necessario per spingere l’economia.
Ci si aspetta inoltre che la Cina tagli il ratio delle riserve in seguito al rilascio dei dati scoraggianti durante la scorsa settimana.
Nonostante le previsioni scoraggianti i mercati del petrolio sono stati rialzisti ultimamente, con il greggio della borsa di New York che ha segnato +17,5% da quando aveva toccato il minimo di 77,27 il 28 giugno.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures sul petrolio Brent con consegna a settembre sono saliti dell’1,15%, a 112,40 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 18,29 dollari al barile.
I futures Brent di Londra hanno toccato 113,52 dollari al barile, il massimo dal 10 maggio.
I prezzi Brent sono stati ben supportati nelle ultime settimane, salendo del 20% dai minimi toccati a giugno, tra i timori per la riduzione delle forniture dal Mare del Nord e l’inasprirsi delle sanzioni contro le esportazioni iraniane dal 1° luglio.