LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio rallentano, ma per la settimana si avviano a registrare il secondo guadagno consecutivo, con gli investitori che valutano da una parte l'impatto sulla domanda statunitense dei danni provocati dall'uragano Milton, dall'altra un'eventuale ampia interruzione dell'offerta nel caso in cui Israele attaccasse gli impianti petroliferi iraniani.
Intorno alle 12,30, i futures sul Brent sono in calo di 51 centesimi, o dello 0,6%, a 78,89 dollari al barile. I futures sul West Texas Intermediate scendono di 46 centesimi, o dello 0,61%, a 75,39 dollari al barile.
Per la settimana, entrambi i benchmark sono in rialzo.
Ieri negli Stati Uniti, l'uragano Milton si è abbattuto sull'Oceano Atlantico dopo aver attraversato la Florida, lasciando dietro di sé distruzione, provocando la morte di almeno 10 persone e privando milioni di persone della corrente elettrica. Il passaggio distruttivo dell'uragano potrebbe far rallentare il consumo di carburante in alcune aree degli Stati Uniti, primo produttore e consumatore di petrolio al mondo.
Questo mese i benchmark del greggio hanno visto un'impennata dopo che il 1° ottobre l'Iran ha lanciato più di 180 missili contro Israele, sollevando la prospettiva di ritorsioni sugli impianti petroliferi iraniani. Israele non ha ancora risposto e i benchmark del greggio hanno ritracciato e sono rimasti relativamente piatti nel corso della settimana.
Nel frattempo, gli Stati del Golfo stanno facendo pressioni su Washington per impedire a Israele di attaccare i siti petroliferi iraniani, per timore che i propri impianti petroliferi possano subire attacchi in caso di escalation del conflitto, hanno detto a Reuters tre fonti del Golfo.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Sabina Suzzi)