Investing.com - I futures dell’oro sono stabili vicino al livello più alto delle ultime 16 settimane negli scambi di stamane, in seguito ai verbali di politica monetaria della Federal Reserve che hanno indicato che la banca è vicina all’implementazione di un terzo round di misure di allentamento.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad ottobre a 1.666,15 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in csalita dell’1,7%.
Stamane i prezzi sono saliti dell’1,75%, al massimo della sessione di 1.667,05 dollari l’oncia troy, il massimo dal 1° maggio.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a breve termine a 1,610,25 dollari l’oncia troy, il minimo dal 20 agosto e resistenza a 1.672,15 il massimo del 1° maggio.
Ieri i futures dell’oro hanno segnato un’impennata dopo i verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria che mostra l’inclinazione dei membri del consiglio ad implementare un terzo round di acquisti, noto come allentamento quantitativo.
Dal verbale del meeting del 31 luglio -1 agosto si legge “diversi membri hanno ritenuto che un ulteriore allentamento monetario sarà garantito molto presto a meno che non ci siano segni di un consolidamento sostanziale e sostenibile della ripresa economica”.
Il biglietto verde è andato sotto pressione, con l’indice del dollaro che mostra la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute in calo dello 0,3% a 81,33, il minimo dal 22 maggio.
L’andamento del prezzo dell’oro ha seguito le aspettative verso l’immissione di liquidità nel sistema finanziario da parte della banca centrale statunitense.
L’oro quest’anno ha guadagnato il 15%, quando ha toccato 1.790 dollari l’oncia troy dopo che la Fed ha dichiarato a gennaio che avrebbe tenuto gli interessi prossimi allo 0 fino alla fine del 2014, indicando la probabilità di un nuovo round di acquisti.
Tuttavia, dalla fine di febbraio i prezzi sono scesi del 7%, nei timori crescenti per l’aggravarsi della crisi del debito europeo, che hanno spinto la domanda del metallo giallo e del biglietto verde.
I prezzi hanno trovato il supporto dai dati deludenti sul manifatturiero cinese rilasciati stamane che hanno alimentato le aspettative verso l’introduzione di nuove misure di stimolo da Pechino, per sostenere la seconda economia mondiale.
Sul Comex, l’argento con consegna a settembre ha segnato un’impennata del 3,1% a 30,46 dollari l’oncia troy, il massimo dal 3 maggio, mentre il rame con consegna a settembre è salito dell’1,3% a 3,499 dollari la libbra.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad ottobre a 1.666,15 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in csalita dell’1,7%.
Stamane i prezzi sono saliti dell’1,75%, al massimo della sessione di 1.667,05 dollari l’oncia troy, il massimo dal 1° maggio.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a breve termine a 1,610,25 dollari l’oncia troy, il minimo dal 20 agosto e resistenza a 1.672,15 il massimo del 1° maggio.
Ieri i futures dell’oro hanno segnato un’impennata dopo i verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria che mostra l’inclinazione dei membri del consiglio ad implementare un terzo round di acquisti, noto come allentamento quantitativo.
Dal verbale del meeting del 31 luglio -1 agosto si legge “diversi membri hanno ritenuto che un ulteriore allentamento monetario sarà garantito molto presto a meno che non ci siano segni di un consolidamento sostanziale e sostenibile della ripresa economica”.
Il biglietto verde è andato sotto pressione, con l’indice del dollaro che mostra la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute in calo dello 0,3% a 81,33, il minimo dal 22 maggio.
L’andamento del prezzo dell’oro ha seguito le aspettative verso l’immissione di liquidità nel sistema finanziario da parte della banca centrale statunitense.
L’oro quest’anno ha guadagnato il 15%, quando ha toccato 1.790 dollari l’oncia troy dopo che la Fed ha dichiarato a gennaio che avrebbe tenuto gli interessi prossimi allo 0 fino alla fine del 2014, indicando la probabilità di un nuovo round di acquisti.
Tuttavia, dalla fine di febbraio i prezzi sono scesi del 7%, nei timori crescenti per l’aggravarsi della crisi del debito europeo, che hanno spinto la domanda del metallo giallo e del biglietto verde.
I prezzi hanno trovato il supporto dai dati deludenti sul manifatturiero cinese rilasciati stamane che hanno alimentato le aspettative verso l’introduzione di nuove misure di stimolo da Pechino, per sostenere la seconda economia mondiale.
Sul Comex, l’argento con consegna a settembre ha segnato un’impennata del 3,1% a 30,46 dollari l’oncia troy, il massimo dal 3 maggio, mentre il rame con consegna a settembre è salito dell’1,3% a 3,499 dollari la libbra.