Investing.com - I futures della soia USA salgono questo martedì, vicini al massimo di una settimana, nelle indicazioni di una forte domanda dagli Stati Uniti.
Sul Chicago Mercantile Exchange, la soia USA con consegna a gennaio sale di 4,42 centesimi, o dello 0,43%, a 10,3863 dollari al bushel negli scambi odierni.
Il Dipartimento per l’Agricoltura USA ha dichiarato ieri che gli esportatori privati hanno venduto 235.000 tonnellate di soia alla Cina per l’anno commerciale 2014/2015.
La Cina è il principale consumatore mondiale di soia, con circa il 60% della richiesta globale.
L’ente ha riportato che la scorsa settimana è stata registrata l’esportazione di 2,8 milioni di tonnellate, il 52% in più rispetto allo scorso anno.
Ieri il prezzo è sceso di 5,2 centesimi, o dello 0,51%, a 10,3360 dollari al bushel, poiché il raccolto record è quasi terminato.
Secondo il Dipartimento, al 16 novembre è stato completato circa il 97% del raccolto di soia, su dal 90% della settimana precedente.
L’USDA ha stimato che il raccolto della soia quest’anno raggiungerà i 3,958 milioni di bushel.
Intanto, il granoturco USA con consegna a marzo è sceso di 0,38 centesimi o dello 0,1%,a 3,7963 dollari al bushel.
Ieri il prezzo è sceso di 5,0 centesimi, o dell’1,3%, a 3,8020 dollari al bushel, poiché il raccolto si avvicina alla conclusione.
L’USDA ha affermato che la scorsa settimana è stato completato circa il 94% del raccolto statunitense di granturco, contro l’89% della settimana precedente e contro la media quinquennale del periodo del 92%.
Secondo il Dipartimento, gli Stati Uniti produrranno 14,407 miliardi di bushel quest’anno, una cifra record.
Sul CBOT, il frumento USA con consegna a marzo è sceso a 5,4688 dollari al bushel, in calo di 2,52 centesimi, o dello 0,46%.
Ieri i prezzi sono scesi di 4,0 centesimi o dello 0,72%, a 5,4940 dollari al bushel.
I prezzi sono stati supportati dalla speculazione sulla forte ondata di maltempo che sta interessando il Midwest e che potrebbe danneggiare i raccolti invernali. Secondo l’USDA, quasi il 58% dei raccolti invernali di cereali statunitensi è stato considerato da “buono” a “eccellente”, contro la media quinquennale del 64%.
Secondo i dati del governo, il granturco è la principale coltura statunitense, seguito dalla soia. Il frumento è quarto, dopo il fieno.