12 agosto (Reuters) - Tonfo per le borse asiatiche e le valute dei mercati emergenti oggi, a cui si accompagna il calo del settore delle materie prime, con lo yuan che si è ulteriormente indebolito dopo la svalutazione a sorpresa di ieri toccando i minimi da quattro anni.
La banca centrale cinese, che ieri aveva svalutato di quasi il 2%, ha abbassato di un altro 1,6% il cambio di riferimento dello yuan all'interno di una banda di oscillazione.
Il Fondo monetario internazionale ha accolto favorevolmente la decisione di fissare il tasso 'midpoint' secondo modalità che riflettano più l'andamento del mercato che obiettivi politici.
Il calo di quasi il 4% in due giorni dello yuan ha fortemente ridotto l'appetito per il rischio degli investitori, che ora temono una guerra valutaria in grado di destabilizzare l'economia globale.
L'indice MSCI, che non comprende Tokyo, alle 8,30 italiane perde il 2,22%. L'indice giapponese Nikkei ha chiuso in calo dell'1,58%.
A SHANGHAI sono particolarmente sotto pressione, per il secondo giorno di fila, i titoli delle compagnie aeree: China Eastern e China Southern perdono circa il 7,9%, la rivale Air China il 6,3%.
Situazione analoga a HONG KONG. Prada lascia sul terreno lo 0,8% circa.
Chiusura in calo per SYDNEY, SEUL e TAIWAN.