Investing.com - L’attività del settore dei servizi nel Regno Unito ha registrato una crescita per il quarto mese consecutivo a novembre, con un tasso di espansione al massimo di 10 mesi, alimentando l’ottimismo per lo stato di salute dell’economia britannica dal momento che il settore rappresenta circa l’80% del prodotto interno lordo, secondo quanto emerso dai dati di questo lunedì.
Nel report del gruppo di ricerche di mercato Markit, l’indice dei direttori acquisti (PMI) di Markit/CIPS sul settore dei servizi è inaspettatamente salito a 55,2 il mese scorso da 54,5 di ottobre.
Gli analisti avevano previsto un calo a 54,0.
Una lettura superiore a 50,0 indica un’espansione del settore, mentre una lettura inferiore a tale livello è indice di contrazione.
Markit ha però indicato che il sentimento delle imprese è sceso al minimo da luglio.
Il gruppo di ricerche sottolinea che l’inflazione dei prezzi alla produzione resta forte ma è scesa per la prima volta da maggio.
“Il nuovo rialzo registrato nel comparto dei servizi mostra che il tasso di crescita economica britannico resta forte in modo resiliente nel quarto trimestre, nonostante la crescente incertezza scatenata dalla Brexit”, dichiara il capo economista di Markit Chris Williamson.
Williamson aggiunge che i dati rilevati finora indicano una crescita del quarto trimestre pari allo 0,5%.
Nota inoltre che l’aumento dei prezzi dovuto alla sterlina debole è un “grosso problema” e suggerisce che l’inflazione dovrebbe salire.
“Il solido miglioramento che emerge dai sondaggi sulle imprese ed il forte aumento dei prezzi indicano che sarà sempre meno probabile un nuovo stimolo da parte della Banca d’Inghilterra”, commenta Williamson.
Subito dopo il report, il cambio GBP/USD si attesta a 1,2732 da circa 1,2707 segnato prima, la coppia EUR/GBP è scambiata a 0,8367 da 0,8370, ed il cambio GBP/JPY sale a 145,19 da 144,91.
Intanto, i mercati azionari europei sono al rialzo. L’indice londinese FTSE 100 sale dello 0,90%, l’Euro Stoxx 50 balza dell’1,63%, il francese CAC 40 schizza dlel’1,54%, mentre il tedesco DAX segna un’impennata dell’1,80%.